Portato in scena per questo weekend al Teatro Tram, “In fondo agli occhi”, è uno spettacolo di nuova drammaturgia.
L’idea di teatro portata in scena con questo spettacolo è unanimemente riconosciuta come una tra le più influenti della scena contemporanea.
In scena ci saranno Gianfranco Berardi (che ha vinto il Premio UBU come “Miglior attore” nel 2018) e Gabriella Casolari, con la regia di César Brie. Lo spettacolo è portato in scena dalla compagnia Berardi Casolari.
Ad essere rappresentata è una storia autobiografica che parla di cecità, e la affronta in un duplice punto di vista. Vi è un punto di vista reale, in cui la malattia fisica diventa un filtro attraverso cui analizzare il contemporaneo; e un punto di vista metaforico, in cui la cecità è la condizione di un intero Paese, che smarrito, brancola nel buio alla ricerca di una via d’uscita.
Con questo spettacolo ci si riflette su un paese malato; e un paese che, non essendo altro che le persone che lo vivono, è fatto di gente malata.
La malattia di Gianfranco è così messa in scena in maniera autentica, come una metafora attraverso cui raccontare la crisi, poiché fonte di dolore, ma al contempo di opportunità per rivalutare l’essenziale e mettersi in gioco in prima persona, svelando ciò che si è così come si è. Affrontato anche l’aspetto complementare della malattia, e cioè la cura, reale esperienza che Gabriella vive.
Qui l’unione anche con César Brie: “L’autobiografico e l’universale vanno di paro passo: quando mi parli precisamente di te, mi parli del tuo paese, quando mi parli del tuo paese mi parli esattamente di te”.
È nata così la voglia di costruire, da ciò che sta in fondo ai nostri occhi, un affresco del contemporaneo.
La trama vede come protagonisti una barista, una donna delusa e abbandonata dal suo uomo, e Tiresia, suo socio e amante, non vedente. I due raccontano la propria storia, i propri sogni mancati, le proprie debolezze e le proprie speranze nel bar ‘Italia’, che diviene la metafora di un paese dove “non è rimasto più nessuno”.
I protagonisti sono stati, sono e saranno sempre in crisi, proprio come il paese in cui vivono, logorati,oltre che dal proprio rapporto, anche dalla propria stessa esistenza .