Spalle alla telecamera e silenzio assoluto, così ieri gli ex dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto hanno reagito nei confronti dell’inviato della trasmissione L’aria che tira, in onda su La7. La contestazione degli imprenditori dell’indotto nei confronti della trasmissione nasce in particolar modo nei confronti della conduttrice, Myrta Merlino, la quale, secondo loro, avrebbe dovuto lasciare intervenire il presidente locale di Confindustria.
Gli imprenditori avevano infatti preso parte ad un sit-in organizzato dinanzi la palazzina della direzione dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto, con il fine di denunciare i nuovi ritardi ritardi nel pagamento delle fatture da parte della multinazionale, a causa del mancato pagamento di un periodo pari a 3 mesi, nonché l’accumulo di crediti maturati tra i 30 e i 40 milioni di euro.
Ha preso parte al presidio anche una delegazione di Confindustria guidata dal presidente Antonio Marinaro, la quale è stata ricevuta dalla dirigenza aziendale.
L’evento che avrebbe scatenato la reazione degli imprenditori sarebbe avvenuto in studio, in particolare quando la conduttrice avrebbe dato la parola ad una delle imprenditrici, interrompendola poco dopo per ragioni di tempo. Precisamente 28 minuti dopo, la Merlino è in collegamento con l’inviato Andrea Milluzzi, il quale spiega la reazione degli imprenditori, i quali stavano a modo loro boicottando il programma. Gli imprenditori si aspettavano infatti che fosse offerta a Marinaro la possibilità di replicare.
La conduttrice ha subìto commentato affermando quanto segue: “Quella imprenditrice, Maria Grazia, la conoscevo e comunque decido io chi parla nei collegamenti. Secondo me, questo loro comportamento è un errore, perché, chiunque sia il loro portavoce, l’importante è parlare del problema. E il problema non è chi parla, ma di cosa si parla. Mi sembrava un tema importante”.
Un commento mormorato è giusto anche dal sociologo Domenico De Masi, ospite in studio, il quale ha risposto alla reazione degli imprenditori sottolineandone l’infantilità.