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sabato, 30 Settembre 2023

Il voto ha un solo prezzo, la dignità

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Il voto ha un solo prezzo, la dignità. Ne è passato di tempo, da quando il filosofo Aristotele venne al mondo, non era ancora nato un “certo” Gesù.

Nel corso dei secoli, c’è chi ha scelto di amministrare attraverso forme di governo dittatoriali,  monarchiche, repubblicane.

Oggi “fortunatamente” in buona parte del mondo, gli stati hanno scelto la Repubblica democratica, cioè quella forma di governo in cui il potere è esercitato dal popolo, tramite rappresentanti liberamente eletti.

Talvolta c’è capitato di apprendere dalle notizie di cronaca che in particolari circostanze di libero

non c’era gran che; riguardo al “voto di scambio” ne abbiamo sentite di tutti i colori.

È triste lasciarsi comprare (parlo dell’elettore); in quel preciso istante si aprono le porte dell’illegalità, si tradisce la Costituzione, si azzerano gli ideali e della propria dignità nemmeno a parlarne.

Se oggi nel nostro amato paese, si vivono continue mortificazioni sociali, bisogna seriamente interrogarsi e riconoscere che la politica di qualche politico, si fonda sulla cultura della corruzione e dei “favori” (chi è onesto si salva da solo). Stabilire un prezzo per se stessi, significa perdere la libertà di espressione e di vantare i propri diritti, a vantaggio di un “sistema” di “cortesie” che ci sconfigge e sempre ci sconfiggerà.

La politica degli ultimi anni, ha progressivamente traghettato gli italiani verso la precarietà nel mondo del lavoro che passa attraverso la perdita di una serie di diritti conquistati col sangue dai nostri “padri”; sempre più giovani abbandonano il nostro paese in cerca altrove di un futuro dignitoso.

Talvolta ho sentito dire “la politica non c’entra”, parlando dei diritti e doveri di un popolo; poi al telegiornale ascolti della monnezza di Roma, dopo quella di Napoli, ponti che si sgretolano, strutture costruite e mai inaugurate, alberghi spazzati via dalla neve, immigrati che muoiono, soldati che tornano in Patria avvolti nel Tricolore, solai di scuole che crollano.

Cos’è la politica?  Un po’ di responsabilità è comunque da attribuire a chi amministra e gli amministratori sono politici (lo diceva Aristotele).

Quelle rare volte che si ascolta le dichiarazioni del Presidente Gentiloni, si resto alquanto interdetti, chiedendoci se sia io oppure lui ad avere la percezione di vivere in un altro paese. Egli parla di ripresa economica, aumento dei posti di lavoro, aumento del PIL, aumento dell’esportazione dei prodotti italiani all’estero. (Di Italiano ci è rimasto forse solo Della Valle).

Tra qualche mese andremo alle urne (il popolo è sovrano) e l’atteggiamento assunto dai politici induce a non poche perplessità. Esiste per loro un solo linguaggio basato su reciproche accuse, offese, ricatti, intimidazioni. La politica è una questione “morale”.

Tale atteggiamento dovrebbe indurci a riflettere e a dubitare del loro comportamento. Si prospetta, secondo me, un incerto futuro, anche perché, qualcuno promette 1.000 euro alle mamme – casalinghe e ai pensionati “minimi”, altri di abolire il canone Rai (dopo che il “suo” governo l’ha introdotto in bolletta), altri ancora di rivedere la “Legge Fornero”, più sicurezza nelle città, efficienza nei trasporti e chi più ne ha più ne metta. Direi che la classe politica, nel corso degli ultimi anni ha perso di affidabilità.

Sempre le stesse “facce” ormai da decenni, che pur di “governare” saltellano da un “partito” all’altro; il massimo della coerenza.

Nessuno che abbia incentrato un Programma di Governo, tenendo conto della “scuola”, quale fondamentale volano per la crescita di ogni singolo individuo in una società civile.

La cultura, identifica un paese.

Alle prossime elezioni, ognuno difenda la Costituzione Italiana, recandosi alle urne, libero e convinto della propria scelta; “il voto” ha un solo prezzo: la propria dignità.

La corruzione è una nemica della Repubblica. E i corrotti devono essere colpiti senza nessuna attenuante, senza nessuna pietà. E dare la solidarietà, per ragioni di amicizia o di partito, significa diventare complici di questi corrotti

Sandro Pertini

“Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e con gli oppressi, non c’è più scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”.

Enrico Berlinguer

 “Una cosa che non farei di sicuro è quella di usare violenza contro un avversario politico”.

Giorgio Almirante

 Che classe quei tre!

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