Angalifu era il nome del Rinoceronte Bianco Settentrionale, morto domenica scorsa, a 44 anni, nello Zoo Safari di San Diego negli Stati Uniti d’America. La sua morte sembra essere avvenuta per cause naturali.
Angalifu era uno degli ultimi 6 esemplari di Rinoceronte Bianco Settentrionale, una delle sottospecie del Rinoceronte Bianco che vivono sul nostro pianeta.
In un comunicato lo Zoo di San Diego ha dichiarato: “Con la scomparsa di Angalifu, solo cinque Rinoceronti Bianchi Settentrionale sono rimasti sul pianeta, tra cui Nola, la nostra femmina, ormai anziana”.
Ormai gli esemplari di questa specie si contano sulle dita di una mano; i restanti Rinoceronti Bianchi, infatti – fatta eccezione per la femmina nello zoo di San Diego – sono quattro e vivono presso lo zoo di Dvur Královè nad Labem, città settentrionale della Repubblica Ceca.
Per il suo numero esiguo, questa razza è stata dichiarata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura “sull’orlo dell’estinzione”, visto che non esistono più Rinoceronti Bianchi Settentrionali che vivono in natura.
La loro diminuzione è stata causata interamente dal Bracconaggio, che negli anni Settanta ha portato il numero di rinoceronti da 500 a soli 15 esemplari. Da allora si è cercato di salvaguardarli, ma, negli anni, a poco sono valsi gli sforzi degli ambientalisti e degli stati del Congo e del Kenya, “patrie” di questa specie, che sono riusciti a salvare solo la manciata di rinoceronti bianchi ospitati in Repubblica Ceca.
Ciò è stato causato dalla continua e spietata attività dei bracconieri, che al giorno d’oggi sono diventati delle vere e proprie organizzazioni criminali/paramilitari, dotate di elicotteri militari, visori notturni, armi con silenziatore e altri strumenti, e che hanno portato il bracconaggio del rinoceronte ad un livello talmente alto che le associazioni di ambientalisti faticano a tenere il passo.

Il bracconaggio è alimentato dal valore del commercio in corna di rinoceronte (specialmente di quello bianco), che viene considerato molto più redditizio della droga. Pare che la maggior parte dei “clienti” di questi criminali provengano dall’Asia Minore, dove alcuni ritengono che il corno del rinoceronte abbia proprietà particolari, utili per curare una serie di disturbi fisici.
In ogni caso la morte di Angalifu non fa altro che portare sconforto e non dà speranze per il futuro di queste specie, anche perché è molto raro che il Rinoceronte Bianco Settentrionale procrei in cattività.
Non resta che accettare la situazione attuale – e le inevitabili conseguenze – e fare il possibile per proteggere gli ultimi esemplari, nella speranza che questo genere di crimini contro natura trovi presto fine.