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Il rimorso di Gerry Scotti: Non ho potuto salvare i miei genitori

Gerry Scotti si racconta e lo fa esternando gioie ma soprattutto dolori. Gli agi di una vita con buoni guadagni. Prevale però il rimorso di non aver potuto salvare dalla morte i genitori nonostante la buona posizione economica raggiunta.

“Non era tra i miei obiettivi personali diventare ‘milionario’, ho imparato col tempo che in fondo i soldi non ti comprano ciò di cui hai bisogno veramente” spiega a Fedez nel corso di “Mucchio Selvaggio”.

Il rimorso di Gerry Scotti: Non ho potuto salvare i miei genitori

Gerry Scotti arriva dalla periferia di Pavia, da Camporinaldo. Figlio di Mario Scotti, operaio alle rotative del Corriere della Sera, e dalla mamma casalinga.
“Ero nipote di un contadino e un panettiere, figlio di uno che ha deciso di fare poi un lavoro totalmente diverso, mio papà era operaio”, racconta a Muschio Selvaggio.
“Ai tempi in cui ero ragazzo, avere un lavoro fisso e una casa era già un sogno, non aspiravo di certo ad avere quello che ho ora” sottolinea.
“I miei genitori mi hanno sempre sostenuto. Mio padre lavorava di notte, ma di giorno era sempre lì a sostenermi. Fu lui stesso ad accompagnarmi a Città Studi, per avvicinarmi all’Università”.

Alla fine, su consiglio dello zio, Gerry Scotti intraprese la strada di giurisprudenza, senza laurearsi. Di quel periodo conserva però dolci ricordi dei suoi genitori, per i quali è stato figlio unico e che ha perso mentre la sua carriera da conduttore televisivo era già avviata.
“Nello stesso giorno ho perso mio papà e mia mamma, uno se n’è andato di notte, l’altra di giorno”, ha confessato con la voce commossa.
“Nonostante io ai tempi fossi già benestante, io per loro non ho potuto fare niente. Questo è uno dei più grandi rimorsi che mi resta addosso e che mi resta addosso e che mi fa capire il vero valore dei soldi, che aiutano sì, ma solo a togliersi degli sfizi”.