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Il rettore della Federico II interviene in ricordo di Diana

Il rettore dell’Università Federico II è intervenuto sulla drammatica vicenda che ha sconvolto l’ateneo.

Matteo Lorito si è pronunciato sul suicidio di Diana Biondi, sparita da Somma Vesuviana lo scorso 27 febbraio e ritrovata cadavere ieri, 2 marzo, in un burrone poco distante dall’abitazione dove viveva coi genitori.

Nei giorni scorsi, l’appello accorato del padre della giovane studentessa di lettere moderne, aveva fatto il giro del web. Tanti i colleghi universitari che preoccupati hanno condiviso la foto di Diana, sperando che potesse essere ritrovata. Purtroppo ieri il tragico epilogo, quello che nessuno si aspettava e del quale nessun mai vorrebbe scrivere.

“É una perdita enorme, perché quando si spegne una giovane vita è sempre un fatto enorme”. Così Matteo Lorito, rettore dell’Università Federico II, parlando della morte di Diana Biondi, la studentessa di 27 anni dell’ateneo napoletano che secondo le prime ricostruzioni si sarebbe tolta la vita per motivi legati alla sua carriera universitaria.

Sembrerebbe che Diana dovesse sostenere ancora un esame prima della discussione della tesi.

Anche gli studenti della Federico II, si sono espressi sulla vicenda; nei vari gruppi universitari si leggono messaggi di cordoglio e di dolore legati alla prematura scomparsa di Diana. 

Il rettore, Matteo Lorito, ha espresso il proprio dolore per la sorte della ragazza, dicendosi vicino alla famiglia, e ha invitato i studenti a non avere remore a chiedere aiuto anche all’Università in caso di bisogno.

“Stanotte nessuno di noi ha dormito se ci sono malesseri forti, vi chiediamo di segnalarceli. Noi non siamo solo erogatori di didattica, ma vogliamo aiutare ancora i nostri più deboli e fragili. Abbiamo gli strumenti per farlo, abbiamo delle persone che si occupano a tempo pieno di questo, ma se il malessere non si manifesta, diventa impossibile per noi intervenire”.

Anche il sindaco di Somma Vesuviana, Salvatore Di Sarno ha espresso il proprio cordoglio per la morte di Diana. “È il momento di essere comunità e raccogliersi attorno alla famiglia di Diana e stringerli in un abbraccio forte. Non lasciamoci andare a considerazioni e giudizi. Lasciamo agli inquirenti la ricostruzione degli eventi”.

Una morte che lascia senza parole, tanta rabbia, tanta tristezza per un sistema (quello universitario) che secondo le testimonianze di altri studenti, funziona male.

Tra i vari messaggi, lasciati sia su SpottedUnina, un gruppo universitario dove si può postare in modo anonimo, sia sui forum specifici della facoltà di lettere moderne, si leggono parole dense di affetto, tra questi:

“Addio Diana, a te le mie scuse e le scuse di tutti. Da una collega che non hai mai conosciuto”. Ha scritto una ragazza a conclusione di un lungo messaggio.

Un’altra studentessa ha riportato un dolce ricordo di Diana: “Una ragazza dolcissima di 25 anni che le mancava solo un esame: Latino 2. Stava seguendo quelle lezioni per darlo al meglio e intanto stava scrivendo anche la tesi su Latino 1. Una ragazza che, nonostante si trovasse alla fine del suo percorso, era preoccupata della sua età che poteva risultare invasiva in quanto ancora alla triennale”.

Dunque, come sembra ormai chiaro, sono molti i giovani che si sentono oppressi dal sistema universitario, altrettanti coloro che pensano di essere inadatti. Diana Biondi rappresenta tutti gli studenti universitari, al di là della facoltà che si frequenta. 

Intanto le indagini sulla morte di Diana proseguono, gli inquirenti non escludono nessun dettaglio utile a capire cosa sia successo, sperando che il suo dolce sorriso possa aiutare chi si sente inadatto, perchè come diceva un celebre autore e poeta italiano, Italo Calvino:“Alla fine uno si sente incompleto ed è soltanto giovane”.