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Il ‘prestifatto’ napoletano: il classico dolce della nonna

Il ‘prestifatto’ napoletano, o presto fatto, è il classico ciambellone preparato dalle nonne di tutta la Campania. Come suggerisce il nome, è un dolce che si prepara in pochissimi minuti e di cui esistono migliaia di personalissime varianti. Anche perché, una vera e propria ricetta originale per questo dolce che, come vuole la tradizione si cucina “a occhio”, non esiste.

È un dolce dagli ingredienti molto semplici. Un grande classico che può essere modificato e arricchito a piacimento. Perfetto per la prima colazione o per la merenda, il ‘prestifatto’ si prepara velocemente e piace davvero a tutti!

‘Prestifatto’ napoletano: ingredienti e procedimento

Sebbene i più esperti lo preparino a occhio, non tutti abbiamo la stessa esperienza ai fornelli. Ecco, di seguito, quindi, alcune indicazioni per la preparazione di questo dolce genuino.

  • 260g di farina
  • 100g di burro
  • 200g di zucchero
  • 4 uova
  • 60g di latte
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • essenza di vaniglia
  • un pizzico di sale
  • zucchero a velo 
  • zest di arancia e limone 

Montare con cura le uova con lo zucchero e un pizzico di sale. Sciogliere il burro e lasciare a intiepidire. Poi, aggiungerlo al composto. Unire lo zest di arancia e limone e l’essenza di vaniglia.

Aggiungere, infine, farina e lievito setacciati e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare in una teglia imburrata e infarinata – stampo da 22-24 cm – e infornare a in forno statico a 170°C. Il dolce cuoce per circa 45 minuti. Prima di sfornarlo, verificare con uno stuzzicadenti che sia cotto.

Una volta tiepido, decorare con zucchero a velo. Ecco, il dolce è presto fatto!

Il ‘prestifatto’ è un dolce davvero semplice che può essere arricchito con gocce di cioccolato, spezie, frutta secca o marmellata. È un dolce di base che lascia spazio alla creatività in cucina. Un dolce che, con il tempo, s’impara a preparare senza l’utilizzo della bilancia.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.