
Oggi Napoli sa di cornetti appena sfornati, ed oggi i cornetti escono dai forni ogni 15 minuti. Nell’aria si sente odore di caffè appena fatto. Si vede gente che compostamente si affretta a raggiungere la piazza principale della città, quella del Plebiscito. Si vedono sorrisi in ogni dove, si ascoltano risate spensierate e saluti cordiali in ogni vicolo. Oggi Napoli sa di felicità, leggerezza e dolcezza. Si veste di giallo e di bianco. Si veste di napoletani e di tutto il resto d’Italia, che è giunto con grandi pullman partiti alle prime luci del mattino per Lui, per il nostro Santo Padre.
Si sentono suonare le campane incessantemente, i bambini che con la loro gioia, rincorrendosi fra loro fanno parte di questo quadro pittoresco. Ma Napoli è così, non solo oggi. Oggi, semmai, lo è in modo particolare. Vicino le fermate degli autobus distribuiscono gratis biglietti con l’immagine del Papa stampato sopra, e oggi finalmente le metro, i tram e bus passano spesso ed in orario. Almeno oggi il sevizio è impeccabile.

Sono più di 3 milioni i fedeli accorsi non solo da ogni parte delle Campania, ma anche dalle regioni vicini e qualcun’altro ancora dall’estero. È la prima volta che il Papa viene a Napoli. Giunto alle ore 10.34 nella piazza principale della città di Napoli, ha salutato i suoi fedeli circoscrivendo dapprima tutta la piazza e poi attraversandola in più punti. Sempre allegro, sorridente e con aria benevola si è poi fermato a baciare un bambino prima di rifare il giro tra i pellegrini. Ha preso poi posto sull’altarino alle ore 11.18 dopo aver ascoltato la parola di Dio, è preceduta l’omelia. Un’omelia volta al “fare largo alla speranza“, speranza che deve insinuarsi “soprattutto nei vostri cuori napoletani“.
Perché questa – ha continuato dicendo il Papa – è una città che ha in se tante doti spirituali e culturali, e non deve lasciarsi tramortire e avvicinarsi dalla cattiveria e dalla camorra, bisogna combattere le piccole associazioni a delinquere. Bisogna essere misericordiosi, e chiedendo ai fedeli di ripetere insieme per tre volte “Gesù è il Signore” ha poi chiuso l’omelia in modo prettamente partenopeo coll’aggiungere la frase: “A Maronn và cumpagn!“.
Al termine della Santa Messa, presa parola il cardinale Crescenzo Sepe, rivolgendosi al Papa ha detto: “Napoli ha il cuore di misericordia e lei Santo padre ha il cuore napoletano!“.
(con la collaborazione di Anna De Rosa)