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Il mito che ispirò Carl Barks : a vecchia ‘e Mattavona

Quella della vecchia ‘e Mattavona è  una tra le numerose leggende napoletane.

Comunemente conosciuta anche con il nome di Strega del Vesuvio, quella della vecchia ‘e Mattavona è una storia che trova le sue origini nell’ eruzione del Vesuvio del 1858.

L’eruzione a cui si fa riferimento nella leggenda, fu di tale intensità da, stando a quanto narrato e giunto sino ai giorni nostri, riempire di lava l’enorme burrone denominato “Fosso Grande“. La quantità di lava e detriti che si accumularano nel Fosso Grande fu tale e tanta da permettere che la gola potesse essere attarversata a piedi, senza alcuna difficoltà.

Dopo questi eventi, la leggenda vuole che  gli abitanti della zona incominciassero a sentire un grido lacerante, che sembrava provenire da una persona afflitta da un’enorme sofferenza. L’urlo si ripeteva puntualmente ogni notte, impedendo agli abitanti di riposare. La situazione si fece insostenibile, tanto che, armati di coraggio, alcuni abitanti si misero in viaggio in cerca della fonte di urla così disperate.

La ricerca, però, risultò vana.

In questo momento entra in scena nella storia la vecchia strega del Vesuvio: a vecchia ‘e Mattavona.

Questa donna era una fattucchiera che viveva alle pendici del Vesuvio. La leggenda vuole che gli abitanti delle zone “infestate” si rivolsero a lei per placare quell’urlo notturno.

La donna accolse la loro richiesta di aiuto facendosi  accompagnare nel luogo dove si sentiva con maggiore intensità l’urlo agghiacciante.

Pronunciando una serie di formule arcaiche, incompresibili alle orecchie degli astanti, la vecchia strega riuscì a metter fine al fenomeno, permettendo alle genti del vesuviano di tornare a dormire sonni tranquilli.

Quella della vecchia ‘e Mattavona, non è l’unica storia di fattuchiere e streghe che popolano la storia partenopea, si potrebbero,infatti,  ricordare, tra le altre, “A Ciaciona” di Resina (Ercolano) e Donna Teresa di Torre del Greco.

Sicuramente, però, quella della strega del Vesuvio è una storia che ha oltrepassato non solo i confini locali e nazionali, ma è volata addirittura oltreoceano.

La sua figura ha, infatti, ispirato il disegnatore americano Carl Barks che nel 1961 diede vita ad Amelia, “la strega che ammalia” .

Amelia, come quasi tutti sapranno, vive sul Vesuvio e cerca, fra mille avventure, di rubare il mitico “primo” decino di Zio Paperone. La strega fa la sua prima apparizione nell’episodio dal titolo “Zio Paperone e la fattucchiera”. Diversi i particolari, poi, che legano questo personaggio alla storia partenopea , che non tutti conoscono. Oltre a parlare con un marcato accento napoletano, vivere sul Vesuvio con il suo fedele corvo “Gennarino”, il disegnatore americano pensò di dare alla strega le fattezze di Sofia Loren e Gina Lollobrigida, due icone di ideale femminile dell’epoca.

Sarebbe lei la versione fumettistica, o perlomeno ne prende largamente spunto, della Vecchia ‘e Mattavona.