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Il Ministro Bianchi: via al “Patto per l’istruzione e la formazione”

Il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi lancia il “Patto per l’istruzione e la formazione” – un patto fatto con i sindacati per mettere la scuola al centro del paese, per farne il motore principale.

L’anno scolastico sta quasi per volgere al termine, mancano pochi mesi e il ministro dell’istruzione si mette all’opera per l’anno che verrà.

Proprio ieri, 16 marzo, si è tenuto un primo incontro per gettare le basi di questo progetto. Un dialogo positivo, che prospetta aperture e sicurezze volte a migliorare la scuola, sopratutto dopo il COVID. 


– “Abbiamo di fronte un anno costituente, un anno in cui dobbiamo essere capaci di valorizzare al massimo la nostra scuola”

Il primo step sarà quello di assicurare il ritorno in classe il 1 settembre. Il tempo a disposizione deve essere usato per risolvere la moltitudine di problemi lasciati in sospeso a causa della pandemia.

I successivi step sono molti: Mobilità del personale, Precariato Rinnovamento dei curricoli, Messa in sicurezza delle scuole, efficientamento energetico, innovazione degli spazi, implementazione e generalizzazione delle infrastrutture tecnologiche e della connessione, Piano contro la dispersione  e per l’integrazione, Implementazione del tempo pieno, Zero-sei non più come un tema sociale ma educativo, valorizzazione formazione tecnico-professionale e molti altri temi fornendo dunque materiale di confronto molto ampio per mettere la scuola al centro della ripresa del Paese.

La Pandemia ha messo in forte evidenza l’assoluto bisogno di collaboratori scolastici, necessari per permettere la ripartenza della scuola. Sono necessarie circa 20.000 unità per garantire il corretto funzionamento della scuola. Nei mesi successivi, uno dei passi più importanti sarà dare finalmente stabilità ai tanti collaboratori precari che aspettano da anni un miglioramento definitivo della loro condizione.

Per Luigi Sbarra (Cisl) e Maddalena Gissi (Cisl Scuola) si è trattato di – “un incontro importante per dare continuità e profondità a un percorso concertato di riforme che veda nella Scuola e nelle filiere della conoscenza dimensioni fondamentali per il futuro della comunità nazionale. Da subito e con urgenza vanno definite insieme le azioni per una conclusione sostenibile dell’anno scolastico e su una riapertura al 1° settembre in condizioni di massima efficacia e sicurezza.”

Ma non c’è solo questo all’opera, il ministro Bianchi afferma – “dobbiamo avere una scuola che esce dalle trappole del Novecento: ora c’è l’ora di matematica, di italiano, ginnastica: servono attività di tipo interdisciplinare e molti più laboratori e attività di condivisione. Dobbiamo immaginare un’uscita dalla crisi con uno sguardo in avanti per comprendere la complessità del mondo. La scuola che verrà deve essere più giusta, la scuola che abbiamo alle spalle non era giusta, abbiamo un tasso troppo alto di abbandono scolastico, il più alto d’Europa. In alcune regioni del nord siamo al livello europeo, ma in alcune regioni del sud 1 ragazzo su 3 si disperde“.

C’è tanto lavoro da fare dunque, ma il ministro Bianchi è già all’opera per cercare di garantire un rientro a scuola che non consiste nel prolungarla a fine giugno.

– “il problema dell’apprendimento non si risolve in 20 giorni– ha affermato – ma, come ha già specificato in senato, bisogna pensare al rientro a settembre, coordinare il calendario scolastico con tutti gli istituti scolastici di ogni grado.

– “Sono salito su un treno in corsa, rispondo di quel che è successo prima di me ma i problemi si sono accumulati.