Il calcio si fa sedurre spesso e volentieri dalla fortuna, ma non cede mai all’inedia, è un gioco meraviglioso che ti può perdonare una disattenzione ma quasi mai ti perdona le idee confuse. Alla luce di queste considerazioni, ecco che si può dare una spiegazione al mondiale che sta vedendo arrancare in modo così grave l’Argentina di Leo Messi, fino a farle rischiare una eliminazione che avrebbe del clamoroso, visto il calibro dei giocatori che ha a disposizione. Innanzi tutto quello che dovrebbe essere il trascinatore dell’albiceleste, cioè il grande Lionel, sembra sia stato rimpiazzato dal suo sosia di un altro universo parallelo, tanto sembra diverso dal calciatore formidabile che ammiriamo solitamente nel Barcellona; l’asso argentino si spegne come una candela al vento quando c’è bisogno di lui e allo stato dà la sensazione di non avere le spalle larghe per caricarci sopra le incertezze della sua nazionale. Pur se non si possono mettere in dubbio le sue immense qualità, qualche domanda è lecito farsela alla luce di queste ultime due prestazioni, che sembrano portare alla mente gli ultimi due mondiali e le ultime tre coppe America mai vincenti; sembrerebbe quasi che lontano dalla bambagia catalana l’erede di Maradona perda molto del suo carisma e che il confronto con il Pibe in queste competizioni sia per lui insostenibile. Oltre alla luce di Messi che non si accende, si rivela poco felice la scelta del selezionatore biancoceleste Jorge Sanpaoli che sostituisce il portiere titolare Romero, infortunatosi gravemente, con un estremo difensore che con la maglia del Chelsea, in tutta la precedente stagione, ha giocato a malapena una decina di partite; in tutta l’Argentina nessuno con una stagione regolare alle spalle poteva ricoprire quel ruolo viste le incertezze che Caballero aveva ostentato già prima del mondiale? L’errore commesso contro la Croazia è stato veramente angosciante. Come angoscianti sono state le idee del c.t. di escludere in modo sistematico i due attaccanti che provengono dal campionato italiano, Dybala e soprattutto Higuain a favore del Kun Aguero che quest’anno nelle partite del Manchester City che contavano qualcosa non ha mai giocato da titolare. A tutto ciò va aggiunto l’assenza di gioco della sua squadra che ha umiliato il talento dei suoi fuoriclasse lasciandoli in balia delle loro sterili giocate, che nel calcio di oggi, se non sono suffragate dall’organizzazione della squadra, risultano solo indisponenti.