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Il Jova Beach Party e l’habitat del Fratino

Il Jova Beach Party è sicuramente uno degli eventi musicali dell’anno che difficilmente si può dimenticare.

Musica, balli, spiagge un tris senza paragoni dal successo assicurato.

Per il noto contante la location migliore possibile, panorami mozzafiato e la possibilità di radunare una quantità di persone impossibile in qualsiasi altro posto.

Ma a quale prezzo?

Sin dal primissimo concerto di Jovanotti tenutosi con queste modalità l’attenzione degli ambientalisti è stata altissima.

Il cantante ha più volte asserito di essere dalla parte dell’ambiente e di voler in questo modo sensibilizzare i giovani su queste tematiche così serie ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare… E non solo.

L’impatto ambientale del Jova Beach Party

Durante la manifestazione canora più volte i fan vengono invitati ad avere comportamenti sostenibili e a smaltire correttamente i rifiuti nei vari contenitori distribuiti sulla spiaggia, ma può realmente un messaggio di raccomandazione prevenire la catastrofe?

Secondo moltissimi esperti no.

In primo luogo perché la quantità enorme di persone non consente di vigilare in modo adeguato e poi perché quando si parla d’ambiente la cosa più errata che si possa fare è ragionare per singoli comparti.

Le spiagge italiane rappresentano ecosistemi ricchissimi e sono spesso meta di animali migratori, come tappa intermedia dei loto lunghi viaggi, o luogo di nidificazione.

Un concerto rappresenta per queste specie un disturbo e un problema non solo nell’immediato ma anche in seguito.

Questo perché ci si porta dietro un retaggio culturale che vuole l’uomo come padrone incontrastato che non entra mai in punta fi piedi anzi sfonda le porte e passa.

La tappa di Castelvolturno

Il Jova Beach Party è arrivato anche in Campania, nello specifico a Castelvolturno.

Qui oltre alla nidificazione delle Caretta Caretta il rischio era rappresentato anche per il Fratino.

È questo un uccello trampoliere, importante indicatore ambientale, che garantisce la qualità della spiaggia. La cui presenza cioè è indice di  buona qualità ambientale e che a Castelvolturno è tornato da soli due anni.

Nella tappa campana, quindi, il problema è rappresentato anche dalla scelta di un area protetta che a fatica stava emergendo da un periodo buio.

Come sempre dal punto di vista ambientale bisognerebbe capire che siamo ospiti di questo meraviglioso mondo e come tale sarebbe bello che alcuni posti conservassero la loro straordinaria naturalità.