Nata a Napoli, classe 1990. Laureata con 110 e lode all’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’esperienza dell’artista Antonella Calabrese è certamente di rilievo.
Si muove tra disparate forme artistiche, dalla pittura all’installazione, fino ad arrivare alla scultura e al disegno digitale. Una fortissima base concettuale che supera se stessa per affondare nel profondo mistero della sostanza delle cose. Come la sua opera ” Mondi Possibili” esposta al Pan nell’ambito della mostra ” Anime Partenopee” organizzata da Daniela Wollmann lo scorso luglio. L’opera sopracitata
è simbolo di una profonda metafora: la distruzione che partorisce in se stessa, dal caos, una metamorfosi, attraverso l’utilizzo di un materiale grezzo, scuro è possibile scorgere delle crepe di luce che determinano le fasi del divenire. Come affermerebbe Tiziano Terzani : la fine è il mio inizio. Infine il valore sociale dato dalla stessa artista, la quale afferma che un nuovo mondo è davvero possibile soltanto accettando l’errore, la distruzione mai fini a se stessi. Ma che hanno in sé il germe della nascita.
Antonella Calabrese è attualmente impegnata a portare anche fuori dal contesto napoletano il suo messaggio artistico: di fatti è stata recentemente selezionata per partecipare al vernissage ” I giardini d’Arte” a Pescara per iniziativa dello storico d’arte Ivan D’alberto con una nuova opera ” Cubo d’Artista”.
Al vernissage di Sabato saranno presenti giovani artisti selezionati dall’Accademia di belle arti di Napoli, Firenze e Torino, più i rispettivi docenti.
“ Cubo d’Artista “ stupisce sin dall’inizio gli osservatori : formato da fili spinati che racchiudono un fragile palloncino nero, veicola un messaggio atto a stimolare la riflessione sulle infinite sovrastrutture umane, abitudini o modelli precostituiti che favoriscono inevitabilmente il proliferare di fragilità, panico e timori nell’animo di ciascun individuo.
Pungente e caustico, fragile e caduco. Il “ cubo” sembra essere lo specchio di un’intera società che preclude e imprigiona e in egual misura spinge alla liberazione e alla lotta, per vivere rivendicando la precaria bellezza di essere umani.
Da non perdere.