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sabato, 3 Giugno 2023

Il canarino dal veterinario

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Claudio Melluso
Claudio Melluso
Collaboratore XXI Secolo. Medico Veterinario specialista in patologia aviare e del coniglio (Napoli).

Il canarino è un piccolo uccello appartenente alla famiglia dei fringillidi originario delle isole Canarie. Giunse nel vecchio continente grazie agli spagnoli attorno al 1400. Gli indigeni del posto lo allevavano per beneficiare dell’ascolto del suo gradevole canto. Presto questo simpatico uccellino si diffuse in tutto il mondo ed inizialmente fu appannaggio dei più facoltosi.

Nel corso dei secoli l’originario esemplare di colore verde scuro e striato ha subìto significative variazioni di dimensioni, forme e colori al punto che nell’immaginario collettivo il canarino è tipicamente giallo. Attualmente le razze di canarino si suddividono in tre grandi gruppi : i canarini di colore, i canarini di forma e posizione ed i canarini da canto. Nell’ambito di tali categorie vi sono numerose razze dalle caratteristiche più disparate.

Gli allevatori partecipano frequentemente a mostre ornitologiche in cui gli animali vengono valutati da giudici che ne stabiliscono l’aderenza allo standard attuale di riferimento. I migliori soggetti vengono premiati e, di conseguenza, la loro vendita o quella di un’eventuale discendenza, diviene automaticamente più remunerativa.

Per anni la cura della salute del canarino è stata affidata all’empirismo di allevatori e negozianti che proponevano spesso arbitrariamente le terapie più fantasiose ed insensate. Oggi fortunatamente la medicina aviare è in rapido sviluppo e l’unica figura autorizzata a valutare lo stato di salute di un animale ed a prescrivere terapie è il medico veterinario specializzato nel settore. E’ purtroppo tuttavia costume ancora comune ricorrere al negozio di uccelli o all’amico “esperto” per curare l’uccellino, come se l’animale avesse meno diritti di un cane o di un gatto a ricevere le cure di un professionista. All’obiezione secondo la quale il costo dell’esemplare spesso equivale a quello della consulenza veterinaria è bene considerare che, ragionando in termini meramente economici e non etici, un cane meticcio, in quanto acquisito gratuitamente, vale meno di un canarino.

La visita veterinaria al canarino andrebbe condotta ogni 6-12 mesi e consiste nella valutazione clinica dello stato di salute e in un esame parassitologico e batteriologico delle feci. E’ importante chiarire che questi uccelli, in quanto prede, tendono a nascondere i sintomi di malessere come farebbero in natura per non essere individuati da potenziali predatori in quanto più deboli. Per tale ragione quando un canarino si mostra sofferente (tipico è il caso del soggetto che gonfia il piumaggio), raramente si tratta di un problema acuto ma della manifestazione di un malessere che non è più in grado di nascondere. Inoltre, il piumaggio impedisce al proprietario di rendersi conto di quanto il canarino possa essere magro o grasso.

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I lumps sono formazioni cistiche a contenuto prevalentemente cheratinico derivanti dal ripiegamento sottocutaneo di piume in crescita malformate. Spesso raggiungono numero e dimensioni ragguardevoli tali da condizionare la qualità di vita dell’animale. Nell’eziologia sono chiamati in causa fattori genetici, nutrizionali ed infettivi. E’ sempre opportuna la rimozione chirurgica. Foto: Claudio Melluso

Nonostante le piccole dimensioni dell’animale è possibile anche praticare alcune chirurgie in anestesia generale.

Gli allevatori più scrupolosi, prima della stagione riproduttiva, sottopongono l’allevamento al controllo del veterinario che conduce i test ritenuti più idonei per individuare precocemente patologie latenti nel gruppo che possano comprometterne la salute e quindi le capacità riproduttive, con ripercussioni economiche spesso disastrose.

Gli allevatori più ostili ad accettare le consulenze veterinarie spesso commettono grossolani errori quali l’esecuzione del tutto arbitraria di terapie antibiotiche ed antiparassitarie combinate che non fanno altro che aumentare i fenomeni di antibioticoresistenza, debilitare gli animali e, soprattutto, in assenza di diagnosi, rivelarsi inutili e dannose per la gestione dell’allevamento, specie nel medio e lungo termine.

Si precisa inoltre che è impossibile stabilire le cause di malessere di un animale dal semplice sintomo dell’”impallamento” (ossia del rigonfiamento del piumaggio) in quanto si tratta di un generico meccanismo di difesa che l’animale utilizza per trattenere calore in situazioni di malessere. Inoltre, la diagnosi precisa delle problematiche intestinali alla sola vista delle feci, senza analisi più approfondite, non è affatto attendibile.

Si consiglia per le problematiche di carattere medico di riferirsi sempre al professionista e di non prestare ascolto a laici presuntuosi, di cui l’ambiente è colmo.

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