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Il 28 luglio 1741 muore Vivaldi, genio indiscusso del ‘700

Oggi, 28 luglio, ricorre l’anniversario della morte di Antonio Vivaldi nel 1741, uno dei geni indiscussi della musica del Settecento, conosciuto in tutto il mondo per le sue Quattro Stagioni.

Ma di certo non va dimenticato che il suo incredibile lavoro comprende centinaia di altri concerti, sonate, opere e innumerevoli brani di musica sacra.

Egli, inoltre, con le sue opere influenzò molti compositori della sua epoca, tra cui Johann Sebastian Bach.

In seguito alla sua morte, che avvenne a Vienna il 28 luglio 1741, il “Prete Rosso”, Vivaldi era chiamato così per il suo essere sacerdote e per il colore dei capelli, cadde nell’oblio e solo grazie, in seguito, alla ricerca di alcuni musicologi del Novecento che la sua figura e le sue opere furono recuperate e lo resero uno dei compositori più celebri e più eseguiti al mondo.

Vivaldi nacque alla Bragora il 4 marzo 1678 e venne subito battezzato nella casa della levatrice poiché era in pericolo di morte.

Solo due mesi dopo gli furono impartiti in chiesa esorcismi et olii, in quanto era gravemente malato. Una malattia che si portò per tutta la vita, “una strettezza di petto” così egli la definiva, probabilmente asma bronchiale. Tale malattia, non gli permise durante la sua vita di sacerdote di dire messa. Egli stesso scrive: “Appena ordinato sacerdote, un anno o poco più, ho detto messa, e poi l’ho lasciata avendo dovuto tre volte partir dall’altare senza terminarla a causa dello stesso male”.

Ma questo male non gli impedì di diventare un musicista di fama mondiale.

I genitori furono determinanti nelle sue scelte di vita: se il padre infatti lo spinse verso la musica, la madre lo indirizzò a soli dieci anni verso la vita ecclesiastica, per un voto fatto subito dopo la sua nascita.

Tra i successi delle stagioni teatrali, commissioni private e numerosi viaggi, non vanno dimenticati i non pochi anni trascorsi da Antonio Vivaldi all’Ospedale della Pietà, dove fu maestro del Coro delle Putte, ragazze orfane o abbandonate.

Fu tra loro che il Prete Rosso sperimentò la sua musica vivace, contagiosa e altamente virtuosistica.

Per il fatto di aver sovvertito i canoni di composizione, fu da molti suoi contemporanei considerato più un bravo violinista che un buon compositore.

Il Prete Rosso nel 1740, amareggiato per un declino che considerava ingiusto e osteggiato nella carriera da alcuni alti prelati che considerarono indegno il coinvolgimento di un prete nella fabbrica dello spettacolo, per il fatto di essere spesso in compagnia di donne, prima fra tutte la sua protetta Anna Giraud, si recò a Vienna su invito di Carlo VI che da tempo apprezzava le sue opere.

Ma il trasferimento non risultò una buona idea. Quello stesso anno Carlo VI morì e Vivaldi avendo tagliato ogni ponte con Venezia e avendo perduto ogni protezione morì malato qualche mese più tardi, a soli 63 anni. Finì sepolto in una fossa comune dello Spitaller Gottsacker, che fu poi abbattuto per costruire il celebre Hotel Sacher.