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Il 27 maggio 1965: moriva Antonio Ligabue

Il 27 maggio del 1965 moriva Antonio Ligabue, pittore spesso considerato strano e stravagante, in realtà oggigiorno reputato naïf.

Attraverso le proprie opere, Ligabue comunicava tutto il dolore e la sofferenza per una infanzia difficile che lo segnó profondamente. Perse la mamma quando era piccolo e fu affidato non ufficialmente ad una famiglia Svizzera. Inoltre, a causa della sua salute piuttosto cagionevole, l’artista fu costretto a diversi ricoveri.

L’infanzia e l’adolescenza sono state segnate dall’emarginazione e da una fortissima insofferenza nei confronti del mondo che lo circondava.
Considerato un ragazzo difficile, riveló ben presto la sua passione e il suo talento per il disegno. Un talento senza tempo. Oltre ogni limite mentale e sociale.

I due temi principali del percorso artistico di Antonio Ligabue sono gli animali, selvaggi e domestici, e i ritratti di sé.

La produzione artistica di Antonio Ligabue, morto il 27 maggio del 1965, fu molto proficua, soprattutto di autoritratti, che rivelano i tratti essenziali della propria personalità e sottolineano quella irrefrenabile voglia di confronto tra realtà ed emozioni, in una continua tensione emotiva, oltre che artistica anche immensamente poetica.

Tra i più celebri è opportuno menzionare: “Autoritratto con cavalletto”, un’opera eccezionale non solo per la bellezza che evoca, ma anche per le notevoli dimensioni e per il periodo storico in cui venne realizzata, ma soprattutto per il modo attraverso il quale l’artista rappresenta se stesso.

Ligabue si autorappresenta in modo insolito, non solo per la figura intera anziché il consueto mezzobusto, ma per l’immagine di sé che trasmette. L’artista pare sicuro di sé, orgoglioso della propria identità d’artista.

Dunque un’opera storicamente innovativa che ancora oggi fa parlare di se e di un uomo anzitutto,  al suo tempo fortemente emarginato, ma ancora oggi di notevole spessore culturale.

Nelle opere di Antonio Ligabue, la cui esistenza terminó il 27 maggio del 1965 si legge l’esigenza di esser visto, senza peró guardare, l’uso intenso dei colori che in un certo senso (anche se la formazione culturale è nettamente differente) a Van Gogh. Una cosa è certa, le esperienze drammatiche che segnarono la vita del pittore e disegnatore, non hanno limiti di tempo e continuano ad emozionare, scuotendo l’animo.

Sicuramente Antonio Ligabue, rappresenta una delle personalità più interessanti dell’arte del Novecento, le cui opere diventano la fondazione di un modello liberatorio che ripara le ferite, le violenze e i soprusi della vita.

Il noto artista si spense il 27 maggio del 1965, a seguito delle conseguenze di un’emiparesi di tre anni prima.