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I Patti Lateranensi: origine e storia

All’11 febbraio 1929 risalgono i Patti Lateranensi, accordi presi tra il Regno d’Italia e la Santa Sede. Nel 1870 con la presa di Roma, il Regno d’Italia aveva annesso quanto rimaneva degli Stati della Chiesa, ponendo fine al potere temporale dei Papi.

Papa Pio IX promulgò un’enciclica in cui delineò le idee della Santa Sede: l’Italia era considerata come invasore, il Papa era prigioniero dello Stato Italiano e gli Stati Pontifici andavano restituiti. L’Italia delineò unilateralmente i suoi rapporti con la Santa Sede nel 1871, con la legge delle Guarentigie, che Papa Pio IX non riconobbe mai, in quanto unilaterale. Al contrario, Pio IX nel 1874 ostacolò la partecipazione dei cattolici alla vita politica. Questo divieto venne poi annullato nel 1919. Con il passare dei decenni, si introdusse fra gli ecclesiastici l’idea che era impossibile aspettarsi la restituzione degli Stati Pontifici, ma la sovranità su uno Stato in miniatura avrebbe comunque consentito al Papa di agire liberamente. Il desiderio di Papa Pio XI di salvaguardare giuridicamente la libertà d’azione della Chiesa dopo l’avvento del Fascismo, assieme a quello del dittatore Mussolini di incanalare nel movimento fascista il cattolicesimo nazionale, portarono alla firma dei Patti Lateranensi.

I Patti Lateranensi sono costituiti da tre documenti: 1) Il Trattato riconosce l’indipendenza e la sovranità della Santa Sede che fondava lo Stato della Città del Vaticano; 2) La Convenzione finanziaria che prevedeva un risarcimento di 750 milioni di lire a beneficio della Chiesa e regolava le questioni sorte dopo le spoliazioni degli enti ecclesiastici a causa delle leggi eversive; 3) Il Concordato che definiva le relazioni civili e religiose in Italia tra la Chiesa e il Governo.

I Patti garantirono alla Chiesa il riconoscimento del cattolicesimo quale religione di Stato in Italia, con importanti conseguenze sul sistema scolastico pubblico come l’istituzione dell’insegnamento della religione cattolica già presente dal 1923 e tuttora esistente seppure con modalità diverse.

Emanuela Iovine
Emanuela Iovinehttps://www.21secolo.news
Ambiziosa, testarda e determinata. Napoletana ma residente a Gallarate. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presentando una tesi dal titolo: "Tendenze Linguistiche del Giornalismo dalla carta al web". Iscritta dal Novembre 2016 all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania. Diplomata nel Giugno 2013 in danza classica e moderna e attualmente docente di lettere.