I geni che raddoppiano gli ortaggi

Intervenendo in maniera diretta sull’equilibrio tra fioritura e produzione di foglie, nell’ambito della coltivazione dei pomodori e grazie all’azione di alcuni geni truccati, è possibile raddoppiare la quantità di frutti prodotti. A lavorare a questa ricerca sono stati gli studiosi del Cold Spring Harbor Laboratory, vicino New York: la notizia importante è che questa applicazione potrà in futuro trovare realizzazione anche in altre coltivazioni, come per esempio la soia, cruciali per il problema dell’alimentazione nel mondo.
Il coordinatore del gruppo di ricerca Zachary Lippman ha ribadito che i coltivatori hanno storicamente adoperato varianti genetiche naturali, al fine di aumentare il raccolto, ma nella sostanza si è giunti ad un plateau nella produzione: urge secondo il ricercatore reperire celermente nuovi metodi per produrre più cibo, in quanto stando alle statistiche una persona su otto non può sostentarsi in maniera corretta.
Gli studiosi hanno isolato ed esaminato le mutazioni genetiche che modificano l’architettura della pianta, e si è scoperto che tali geni regolano minuziosamente l’equilibrio tra l’ormone florigeno e l’ormone anti-florigeno: la sperimentazione ha unito e mixato le diverse mutazioni ed il risultato è stato quello di produrre piante con architetture diverse.
E’ stato per esempio notato che le diverse combinazioni hanno avuto un’incidenza significativa sull’aumento del raccolto dei pomodori da consumarsi freschi, come il ciliegino, differentemente da altri che vengono adoperati per la produzione di salse e ketchup. Con tale metodica gli agricoltori potranno raddoppiare il raccolto di pomodori, anche se la ricerca si è posta l’obiettivo di applicare tale sperimentazione anche alla soia.