martedì 18 Marzo, 2025
10 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

I cancelli della Galleria Umberto

I cancelli della Galleria Umberto. Proseguono a pieno ritmo i lavori per il restauro della pavimentazione in marmo e dei lucernari della Galleria Umberto a Napoli. Secondo il progetto redatto per il Comune dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio. Contemporaneamente va avanti l’iter amministrativo per l’installazione dei cancelli di ingresso alla Galleria.

In anteprima sono state diffuse dal Comune le immagini dei due cancelli  site-specific dell’artista Roberto Pietrosanti (dal suggestivo titolo “Sipario”) , per i varchi di via Santa Brigida e di Via Verdi. “Ho sempre pensato che un cancello possa essere più di una semplice barriera: può diventare un invito, una promessa. È così che è nato il concetto di “Sipario”.

Gli altri due varchi saranno invece presidiati con cancelli più classici, sulla falsariga  delle grate già presenti . In ogni caso tutti i varchi saranno chiusi esclusivamente di notte contro vandali e teppisti. Una misura che si aggiungerà ad altre quali l’installazione di telecamere e sorveglianza diurna-notturna. Ma come si è arrivati a questa decisione, per la prima volta nella storia della Galleria ?

La cronaca nera della Galleria

I cancelli della Galleria Umberto. Per capire i motivi della decisione di installare i cancelli basta rileggere la cronaca degli avvenimenti più gravi avvenuti in Galleria negli ultimi anni. A partire dai clochard presi di mira di notte dalle baby gang dei Quartieri Spagnoli. Una donna senza fissa dimora fu addirittura trascinata fuori fino a Piazza Trieste e Trento, e gettata nella Fontana del Carciofo.

Altri subirono angherie ancora peggiori, con gli scatenati teppisti impegnati, mentre dormivano in Galleria, a urinare e perfino a defecare sui clochard presi di mira. Non parliamo poi delle partite di pallone in notturna. Pallonate contro le saracinesche e urla a tutto spiano di ragazzini  scatenati.

Ancora. Ripetuti episodi di risse e accoltellamenti tra minorenni , specie nei week end, con la Galleria considerata quasi un ring per sfide tra coetanei o tra bande di vari quartieri. Non parliamo poi di quanto accade ogni Natale ormai da anni, coi ripetuti furti degli alberi sistemati dai commercianti al centro della Galleria e sistematicamente trafugati o vandalizzati. E che dire delle scritte con spray o con pennarello che deturpano le parteti monumentali

 

 

Non a tutti piacciono i cancelli

Ma anche da parte di alcuni clochard, sotto effetto di stupefacenti o di alcoolici , si sono verificati negli ultimi tempi episodi incresciosi. Aggressioni o molestie nei confronti di commercianti, risse a colpi di mazza. Si è assistito a iniezioni di droga davanti a tutti , perfino a scolaresche involontarie spettatrici di minzioni senza pudore. Una situazione ormai giunta al punto limite.

Addirittura il cane di un clochard che aveva dormito nel cantiere  degli operai impegnati nel restauro del pavimento li ha aggrediti di mattina quando si sono recati sul posto per iniziare a lavorare.

E poi , almeno due i clochard morti negli ultimi anni per il freddo. Perché certo d’inverno la Galleria protegge dalla pioggia, ma non certo dal gelo.   Di qui la decisione fortemente voluta  dal Sindaco Manfredi allo scopo di favorire la sorveglianza della galleria, diventata soprattutto di notte  terra di nessuno.

Ebbene, non a tutti piace l’idea dei cancelli. Ci riferiamo alla nota scrittrice Valeria Parrella, della quale  un mese fa Il Manifesto ha pubblicato  un articolo intitolato “ Le città e quei dolori lasciati fuori dal cancello”.

Riferendosi alla prossima installazione in Galleria Umberto I ha in particolare sottolineato che l’operazione si inserisce in un più ampio progetto di “ allontanare i dolori dal centro delle città, per marginalizzare i marginali. “

Decoro urbano e dignità umana

Ci permettiamo di ricordare innanzitutto che la richiesta di decoro urbano e sicurezza è trasversale, e i provvedimenti  presi riguardano le amministrazioni cittadine di qualunque schieramento politico.

Ma c’è di più. Dato che il decoro urbano è strettamente legato alla dignità sociale e umana , è dignitoso per la comunità (oltre che per loro stessi) che i senza fissa dimora  dormano e mangino su un cartone per terra , anche se si tratta di un pavimento monumentale e anche se si trova in centro città? E  non piuttosto in un centro di accoglienza , magari anche più periferico, dove  però possono farlo su un materasso, a temperatura ambientale confortevole, e dove possono anche beneficiare di un bagno e di una doccia, di una rasatura, di un pasto caldo in una mensa, e così via?

E come abbiamo visto in precedenza, i clochard sono solo una delle tante criticità della Galleria aperta a tutti giorno e notte. La soluzione dei cancelli è stata presa per l’insieme delle gravi problematiche che si sono accumulate negli anni.

Vita quotidiana e vita da romanzo

Galleria Umberto I. Non a tutti piacciono i cancelli. La vita è ben diversa da un romanzo. Un conto è farsi una tantum una passeggiata in Galleria e un conto vivere la sua quotidianità. Provate a chiedere a un commerciante o a un residente. La Galleria, oltre che un monumento da tutelare ,è anche un condominio, anzi comprende  più condomini. Quale Amministratore consentirebbe tutto quello che abbiamo descritto all’interno del suo cortile ?

La vita è ben diversa da un romanzo. La scrittrice se la prende anche con le “ mandrie di turisti inebetiti” al centro della Galleria: ma non ha pensato che si tratta piuttosto dello stupore di volti al cospetto di un’opera monumentale così straordinaria? Il problema non è dunque allontanare i dolori dal centro città, ma nemmeno stanziarli nel centro delle città.

Una società civile prova piuttosto ad alleviarli, se non a risolverli, quei dolori. Con soluzioni mirate, ragionevoli e durature da parte delle amministrazioni comunali. E l’impegno dell’attuale amministrazione e in particolare dell’assessore Luca Trapanese è sempre stato lodevole. Sempre impegnati  a trovare soluzioni decorose e alternative ai senza fissa dimora.

“Questa avanzata trionfante del denaro, questo arretrare precipitoso della pietas” si legge ancora nell’articolo citato. Addirittura. Un conto però è l’autentica  pietas e un conto è l’inconcludente e sterile pietismo . Buono soltanto per stare a posto con la propria coscienza.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche ( in particolare località campane) mitologiche (sirene, luna) e storico-artistiche (cupole,colline e chiostri napoletani) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.