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Gustav Klimt ci lasciava il 6 febbraio 1918

Oggi ricorre una data memorabile, quella della morte del grandissimo artista viennese Gustav Klimt. Fondatore del movimento artistico la Secessione Viennese, Klimt diede uno scossone al mondo dell’arte. Grande amante delle donne, diede loro enorme spazio nella sua pittura. “Il bacio”, la sua opera più famosa, è uno dei quadri del ‘900 più apprezzati dalla critica.

Le prime opere

Gustav Klimt nacque a Vienna il 14 Luglio 1862 da padre orafo e da madre appassionata di musica lirica. Dal 1876 al 1883 studiò presso la scuola d’arte e mestieri del Museo Austriaco, la Kunstgewerbeschule, imparando a padroneggiare varie tecniche artistiche con i canoni dell’arte classica. Klimt iniziò ad avere anche le prime commissioni. Nel 1880 dipinse le quattro allegorie del Palazzo Sturany a Vienna e il soffitto della Kurhaus di Karlsbad. Tra il 1886 e il 1888 si occupò della decorazione del Burgtheater di Vienna.

Gustav Klimt e la Secessione Viennese

Nel 1898 fondò il movimento “Secessione Viennese”, che cambiò radicalmente il panorama artistico dell’epoca. Gli esponenti di quello che fu un movimento culturale a tutto tondo e che coinvolse, non solo la pittura ma anche altri settori dell’arte e della cultura, avevano come obiettivo la creazione di uno stile che si distaccasse da quello accademico.

Continuavano per Klimt le grandi commissioni. Nel 1894 l’Università di Vienna gli diede l’incarico di decorare il soffitto dell‘Aula Magna sul tema “Il trionfo della luce sulle tenebre” da sviluppare su tre facoltà: Giurisprudenza, Filosofia e Medicina. Klimt venne criticato duramente per le sue rappresentazioni, decisamente all’avanguardia per quel tempo. I pannelli rappresentano un turbinio di corpi, sensuali e nudi; per questo decise di recidere il contratto con l’università.

Il viaggio a Ravenna e il periodo aureo

Gustav Klimt decise allora di partire per un viaggio. Nel 1903 si recò a Ravenna, dove potè apprezzare la magnificenza e lo sfarzo dei mosaici bizantini. L’artista ne fu entusiasta. Iniziò così il periodo aureo, in cui Klimt diede una svolta decisiva alla sua arte. L’oro utilizzato nei mosaici bizantini entrava sempre più nei suoi dipinti. Questo oro era un mezzo per rappresentare al meglio la passione umana, quella che muove e regola il mondo. Questo colore si riverbera su tutto lo sfondo della tela, eliminando l’effetto di profondità spaziale che, pertanto, si esaurisce in una piatta bidimensionalità.

Gustav Klimt e la donna

Elemento chiave inoltre è la figura della donna, rappresentata come essere etereo e voluttuoso, capace di sopraelevarsi su tutto quanto accade. La donna klimtiana è  così conscia della propria individualità, da riuscire ad imporsi noncurante dell’osservatore. È proprio così che nascono figure memorabili come la “Giuditta” o la “Danae”. Si tratta di due donne molto diverse tra loro, accomunate dal solo interesse di appagare il proprio piacere personale. Figure, quindi, decise ed indipendenti, che operano una netta cesura con la produzione artistica dell’epoca proprio per la loro potenza.

Il Bacio

Infine “Il Bacio”, la sua opera più famosa, rappresenta il trionfo della potenza vivificatrice dell’eros, in grado di trascendere le antitesi tra sesso maschile e sesso femminile. Nell’opera questi conflitti emergono nelle mani affusolate dell’uomo, in contrasto con la pelle diafana della donna. A rendere il contrasto è soprattutto la grammatica visiva: mentre le vesti dell’uomo sono costituite da elementi geometrici verticali e spigolosi, la donna è rivestita di forme circolari e spiraliformi.

L’artista morì il 6 febbraio 1918 a causa di una polmonite dovuta dall’influenza spagnola.

Eva Maria Pepe
Eva Maria Pepe
Laureata in Lettere classiche, ama l'arte, la letteratura, i viaggi. Il suo più grande sogno è diventare scrittrice.