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Guerra ai cinghiali, nel Torinese si parla di abbattimento

“La guerra ai cinghiali”, ovviamente scatena pensieri divergenti. Chi cerca una via più diplomatica per contenerli si basa sul presupposto, ovvio, che possano esserci altri modi al fine di evitare il loro abbattimento.

Il dibattito si apre in Piemonte  dove solo nel 2019 il danno da fauna selvatica alle colture, ai campi ammonta a 2 milioni e 700 mila euro.

Ad aprire il dibattito è stato un incidente, un ragazzo in bicicletta è stato travolto da due cinghiali. Nonostante lo scontro il ragazzo se l’è cavata con una caduta e senza gravi conseguenze.

Come risolvere?
Ovviamente le decisioni sono contrastanti, così come le polemiche in merito.
L’assessore regionale all’Agricoltura di Torino  ha prospettato l’abbattimento di circa 11 mila animali in Piemonte.
Il Vicesindaco metropolitano e la consigliera delegata dell’ambiente, affermano  e rispondono “La Regione deve assumersi le sue responsabilità e rispondere alla nostra richiesta di poter assumere nuovi agenti faunistico-ambientali. Diversamente continueremo a contare i danni alle colture, rimborsate peraltro con grave ritardo, e gli incidenti stradali. Per i quali rimborsi sono bloccati da anni.”

Il “Tavolo Animali & Ambiente” si scaglia contro la “soluzione dell’abbattimento”.
Il tavolo è  formato dalla coalizione fra associazioni animaliste e ambientaliste, tra cui: Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali); Lac (Lega Abolizione Caccia); Lav (Lega anti Vivisezione); Legambiente; Lida; Lipu; Oipa; Pro Natura; Sos Gaia.

Il Coaarp (Comitato amici ambienti rurali piemontesi) creato da alcuni agricoltori, afferma nel primo comunicato come “La gestione della Regione dell’ungulato non può essere delegata in toto a chi ha creato il problema, in quanto la  specie il cinghiale ora presente sul nostro territorio è stata immessa per scopi venatori (quindi attività ludica e ricreativa). Chi pratica la caccia al cinghiale per sport solitamente non ha interesse a risolvere il problema.”

Sotto un punto di vista sanitario, vi è la paura di diffusione di malattie e di patogeni causate dalla fauna selvatica. Urge pensare a soluzioni, magari cercando di evitare l’abbattimento dei cinghiali.