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Gregorio XI pone fine alla “cattività avignonese”, era il 17 gennaio del 1377

Il 17 gennaio 1377 ebbe fine la “cattività avignonese”, che aveva scatenato gravi discordie nell’assetto politico e religioso.

Quando si parla di “cattività avignonese” si riferisce al periodo che va dal 1309 al 1377, periodo in cui ci fu una spaccatura all’interno della chiesa, sfociata nel trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone (Francia).

Il termine venne coniato da Petrarca: il termine “cattività” proviene dal latino “captivus” che significa prigioniero. Il termine non fa però riferimento ad una vera e propria prigionia ma più un esilio religioso , proprio come quello degli ebrei costretti a vivere in Babilonia per ordine del re babilonese Nabucodonosor II. Petrarca identifica Avignone proprio con quella Babilonia, città biblicamente intesa come sede di vizi e malvagità.

Antefatto

A causa della volontà della chiesa, impersonificata appunto da Bonifacio VIII, nell’assicurarsi ad ogni costo privilegi e potere, non solo all’interno del contesto ecclesiastico, ma sopratutto al di fuori; acuì rapporti , già compromessi da sempre, tra il papato e l’impero, in particolare con potenti famiglie feudatarie come i Colonna, altri monarchi europei e principalmente con il re di Francia Filippo il bello. 

Lo scontro politico tra i due personaggi storici culminò con il famoso episodio ricordato con il nome “schiaffo di Anagni”, dove in seguito il papa venne imprigionato dal sovrano francese e morì poco dopo.

Successivamente venne designato al soglio pontificio Benedetto XI, che si trovò in una situazione di forte ostilità: Filippo il Bello minacciava di convocare un concilio del clero francese per proclamare l’autonomia della chiesa francese da Roma e indire un processo post-mortem nei confronti del papa precedente per accusarlo del peccato di simonia e di essere un fervo servitore del diavolo.

Nel mentre anche a Roma la situazione non era delle migliori: all’interno della nobiltà romana era in atto una guerra che minacciava l’incolumità del papa.

Quest’ultimo però morì dopo solo otto mesi di pontificato.

Il nuovo papa Clemente V decise di percorrere una strada accomodante, che incontrasse il favore del re di Francia. L’incontro tra i due portò ad uno scambio di favori: il re di Francia avrebbe abbandonato il processo nei confronti di Bonifacio VIII ( un evento che sarebbe stato catastrofico per l’immagine della chiesa) e il papa avrebbe dovuto sciogliere il famoso ordine dei Templari ( i cui beni erano di enorme attrattiva per il monarca).

Dopodiché Clemente V, per poter mantenere stretti contatti con il nuovo “alleato” ottenne il permesso per insediarsi ad Avignone.

Testimonianze riguardo l’accaduto hanno fatto pensare che questa era inizialmente considerata una sistemazione provvisoria, dato il clima pericoloso che vi era a Roma; inoltre più spedizioni militari verranno fatte nel corso degli anni per il ritorno del pontefice nella sede originaria.

Il ritorno definitivo a Roma

Gregorio XI (1370/1378) successore di Urbano V, venne sollecitato da molti a far finalmente ritorno a Roma. 

In questo contesto un ruolo importante venne giocato dalla teologa e mistica italiana  Caterina da Siena: dal 1376 cominciò una corrispondenza con il pontefice, in cui affrontavano tutti gli aspetti riguardati la riforma della chiesa ( e in questi anche un necessario ritorno a Roma).

La Francia era ormai impegnata nella Guerra dei cento anni e la situazione a Roma sembrava volgere al meglio, quindi il 17 gennaio del 1377 il papa pone definitivamente fine alla “cattività avignonese” facendo rientro a Roma.