Inclusa nel decreto di legge concretezza, la decisione di rendere obbligatoria la rilevazione automatica, tramite impronte digitali, delle presenze sul luogo di lavoro dei dirigenti pubblici sta facendo oggi sta facendo molto discutere. La ministra Giulia Bongiorno difende strenuamente la sua decisione, affermando che chi critica non ha compreso mua riguardo la norma.
“Le critiche all’introduzione dei controlli biometrici ai dirigenti scolastici non solo si basano su una erronea lettura della norma, ma sono anche fuorvianti”, perché “non tengono conto del fatto che ancora non è stato emanato il decreto sulle modalità attuative”, afferma la ministra Bongiorno.
Tutto ciò che la ministra sostiene di voler ottenere, riguardo i dirigenti pubblici, è “rendere più trasparente la loro presenza in servizio, anche per ragioni di sicurezza”. Non si tratterebbe dell’obbligo “di un orario settimanale di lavoro, ma l’utilizzo di strumenti di identificazione tecnologicamente avanzati. I controlli biometrici non sono una misura punitiva; sono stati gli stessi dipendenti pubblici, quelli che svolgono il proprio lavoro con scrupolo e attenzione, a chiedermene l’introduzione”.
Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la Bongiorno ribadisce e puntualizza che essi “fanno parte della categoria di dirigenti pubblici contrattualizzati”.
Anche la senatrice Malpezzi, vice presidente dei senatori del Pd, ha commentato la lettera inviata dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, al ministro del Lavoro Luigi Di Maio e al ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“Anche i dirigenti scolastici danno l’avviso di sfratto al governo del cambiamento, delusi dalle scelte grottesche e mortificanti dell’esecutivo nei loro confronti. L’obbligo di rilevazione delle impronte digitali contenuto nel ddl concretezza’, infatti, li umilia, paragonandoli al pari di qualunque altro impiegato statale nonostante compiti, responsabilità e funzioni siano assai diverse. Il governo faccia un passo indietro”, afferma la senatrice.
Secondo l’opinione di Malpezzi, “il governo, invece di occuparsi dell’istruzione attraverso gli investimenti, getta fumo negli occhi dell’opinione pubblica con misure che certificano sfiducia e ostilità verso dei servitori dello Stato. Come Pd condividiamo l’appello che i dirigenti scolastici rivolgono al governo e ci impegneremo in Senato, come abbiamo già fatto durante la prima lettura e poi alla Camera, per cancellare questa vera e propria umiliazione nei loro confronti”.