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Giornata mondiale contro la Rabbia: prima la prevenzione

Il 28 settembre ricorre la Giornata Mondiale contro la Rabbia. Tale data coincide con l’anniversario della morte di Louis Pasteur, che sviluppò il primo vaccino contro questo male, consentendone la prevenzione.

Questo appuntamento nasce da un’iniziativa della GARC nel 2007, per offrire la possibilità alle persone di conoscere l’importanza della prevenzione di questa malattia. Da quel momento in poi, è cresciuta, con migliaia di partecipanti che prendono parte a eventi locali, regionali e nazionali, il 28 settembre o nei giorni successivi.

La Rabbia: eziologia e sintomi di questo male

La rabbia è una malattia virale che genera una grave infiammazione del cervello, negli esseri umani e negli animali a sangue caldo. I primi sintomi della malattia solitamente comprendono: febbre e prurito nella zona esposta.

Tali sintomi sono seguiti da complicazioni molto importanti: movimenti violenti, emozioni incontrollate, paura dell’acqua, incapacità di muovere gli arti, confusione e perdita della lucidità. La malattia si conclude quasi sempre con il decesso dell’ammalato.

In genere, il periodo di tempo tra il momento del contagio e l’insorgenza dei sintomi va da uno a tre mesi. Nonostante ciò, questo periodo di tempo può variare da meno di una settimana a più di un anno. Il tempo è legato alla distanza che il virus deve coprire per raggiungere il sistema nervoso centrale.

L’eziologia della rabbia è legata ad alcuni virus del genere Lyssavirus, tra cui il virus della rabbia e il virus denominato Lyssavirus del pipistrello australiano. La rabbia si trasmette nel momento in cui un animale infetto graffia o morde un altro animale o una persona. Anche la saliva di un animale infetto può trasmettere la malattia, se entra in contatto con la bocca, il naso o gli occhi.

Generalmente i cani sono gli animali più esposti e sono il principale veicolo del virus. In media, il 99% dei casi di rabbia è generato dai morsi di cani nei paesi dove la malattia è più diffusa. I programmi di vaccinazione hanno ridotto il rischio di sviluppo della rabbia nei cani in svariate regioni del mondo.

L’immunizzazione è consigliata nelle persone ad alto rischio prima di un’eventuale esposizione. I gruppi che rischiano maggiormente riguardano le persone che lavorano con i pipistrelli, o che in paesi dove questa malattia è molto diffusa.

Nelle persone che sono state esposte alla rabbia, il vaccino antirabbico si è rivelato efficace se la persona riceve questo trattamento prima della comparsa dei sintomi. Poche persone sono sopravvissute a un’infezione da rabbia dopo aver manifestato i sintomi, e ciò è avvenuto grazie ad un trattamento conosciuto come protocollo di Milwaukee.

La rabbia provoca dai 26.000 a 55.000 decessi nel mondo ogni anno. Più del 95% dei decessi si verifica in Asia e in Africa.