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Giornata Internazionale dei Desaparecidos: per non dimenticare

Istituita nel 2010 dall’ONU, su proposta della Federazione Latinoamericana di Associazioni di Familiari Detenuti – Scomparsi e altre associazioni per i diritti umani, la Giornata Internazionale dei Desaparecidos nasce con l’intento di ricordare tutte quelle persone vittime di “sparizione forzata”.

Si tratta di uomini e donne che, arrestate per motivi politici e/o sociali sono letteralmente scomparsi nel nulla.

Il termine desaparecidos ha origine nell’ America Latina degli anni settanta per poi divenire termine universalmente accettato per tutti gli “scomparsi”.

A tutti gli effetti la “sparizione forzata” in seguito ad un arresto è considerata un crimine contro l’umanità, ma ancora oggi sono tantissimi i paesi in cui viene perpetuato, in particolare Egitto, Algeria, Pakistan, Bosnia, Cecenia e Marocco.

Come nasce la giornata internazionale degli Scomparsi

Il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, ha approvato nel 2006, per esattezza il 29 giugno, il progetto della Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone dalla sparizione forzata.

Accolta dall’Assemblea Generale con la risoluzione 61/117 nel dicembre 2010, la convenzione sollevò anche l’interesse verso l’esponenziale aumento del fenomeno delle sparizioni forzate in molte regioni del globo. L’interesse della comunità internazionale riguardava non solo gli scomparsi, in seguito ad arresti o vittime di sequestro, ma anche gli atti intimidatori ai danni dei familiari delle vittime e dei testimoni.

Dopo la risoluzione del gennaio 2010 le nazioni unite stabilirono che la data del 30 agosto fosse universalmente riconosciuta per ricordare il fenomeno delle sparizioni.

Dove nasce il termine Desaparecidos

Il fenomeno delle sparizioni inizia negli anni 70 in America Latina, specie tra Cile e Argentina. In pratica in questi paesi, le forze governative, nella più totale segretezza e evitando possibili testimoni, procedevano all’arresto degli oppositori senza fornire più alcuna informazione sul destino dei detenuti ai familiari.

Il fenomeno va avanti per anni senza che nessuno sia a conoscenza della piaga che colpisce questi paesi sino al 1984. È in quest’anno, infatti, che il documento Nunca màs (mai più) rende pubblico quanto accaduto e ancora accade in quelle terre.

Il fenomeno, tutt’altro che circoscritto all’America del Sud, così come narrato in molti dei rapporti redatti da Amnesty International, conta miglia e migliaia di persone scomparse che non hanno mai più fatto ritorno a casa e di cui i loro cari non hanno avuto più notizie.

I pochissimi superstiti hanno raccontato di torture, di lunghe detenzioni in campi di concentramento, ma anche di fosse comuni e di cadaveri lanciati in mare da elicotteri.