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Giornata del fiocchetto lilla: i disturbi del comportamento alimentare

Il 15 marzo ricorre la giornata mondiale dei disturbi alimentari in memoria di Giulia Tavilla, morta di anoressia prima del ricovero in ospedale. L’obiettivo di tale appuntamento, noto anche come giornata del fiocchetto lilla, è sensibilizzare l’opinione pubblica favorendo la conoscenza del tema, grazie ad attività di informazione e prevenzione.

Secondo il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5) i disturbi alimentari sono: “caratterizzati da un prevalente disturbo dell’alimentazione, o da comportamenti inerenti l’alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo che compromette significativamente la salute fisica e il funzionamento psicosociale”.

I disturbi alimentari più noti sono l’anoressia, la bulimia nervosa, il disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo, il disturbo della ruminazione, il disturbo da binge eating (che prevede abbuffate compulsive), la pica (che comprende l’ingestione di sostanze non commestibili).

Anoressia e bulimia nervosa sono i disturbi più diffusi, si basano su una percezione scorretta della propria immagine corporea e una preoccupazione costante per il peso. Tutto ciò nel tentativo di raggiungere un presunto ideale di perfezione e di magrezza. L’anoressia porta a non assumere cibo nonostante lo stimolo della fame, mentre la bulimia comporta abbuffate che si consumano in un arco di tempo limitato e condotte eliminatorie, come il vomito autoindotto.

Con queste condotte patologiche si cerca di controllare la propria fragilità narcisistica, danneggiando il corpo. Questo, per chi soffre di tali disturbi, è la sede di imperfezioni considerate la causa dei fallimenti personali.

I dati sui disturbi del comportamento alimentare

Secondo la Società Italiana per lo studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare, in Italia circa 8500 persone si ammalano ogni anno di DCA.

Tali disturbi raggiungono l’apice della diffusione durante l’adolescenza, infatti 10 adolescenti su 100 soffrono di DCA, soprattutto le donne. La fascia maggiormente esposta allo sviluppo di questi disturbi va dai 15 ai 25 anni.

Un dato significativo riguarda l’insorgenza del disturbo, negli ultimi anni l’età di esordio si è abbassata ad 8 e 9 anni. Un fenomeno inverso coinvolge le donne sopra i 40 anni, che potrebbero avere un disturbo silente, reso evidente da un episodio scatenante come un lutto o una separazione improvvisa.

Inoltre i disturbi del comportamento alimentare risultano in aumento anche nella terza età. Tale fenomeno deriva da diversi fattori: la preoccupazione di mantenere un aspetto giovane nonostante l’avanzare dell’età, assieme all’umore depresso che accompagna questa fase della vita.

Secondo una ricerca del 2019 portata avanti dall’Associazione Italiana per la cura e la prevenzione di Anoressia e Bulimia, il 95, 9 delle persone che sviluppano disturbi del comportamento alimentare sono donne. Tale percentuale potrebbe essere spiegata dalla maggiore predisposizione delle donne ad esprimere la sofferenza attraverso il corpo e ad emulare modelli estetici irrealistici.

Un celere intervento psicoterapico risulta necessario per fronteggiare il precario equilibrio di queste persone, basato sul controllo e il perfezionismo, e per ripristinare un’adeguata percezione di sé stessi e della propria immagine corporea.