Su decisione del primo ministro giapponese Shinzo Abe venerdì 21 novembre in Giappone è stata sciolta la Camera Bassa, una delle due camere che compongono la Dieta, il parlamento giapponese. Il Giappone andrà al voto il prossimo 14 dicembre, due anni prima della scadenza della legislatura. Le elezioni anticipate volute dal capo del governo nipponico varranno quasi come un referendum, i giapponesi saranno infatti chiamati ad esprimere attraverso il loro voto un giudizio sulle politiche economiche espansive adottate da Abe, il pacchetto di misure anche detto “Abenomics”.

Richiamare i cittadini al voto potrebbe portare ad Abe anche un altro vantaggio: disporre di una maggioranza ancora più solida al fine di adottare un nuovo aumento dell’iva, che passerà dal 8 al 10% nel 2015. Ad aprile l’imposta sui consumi era già stata alzata di quattro punti percentuali, provocando un calo generalizzato delle vendite. Il Paese è ancora in recessione, la piaga della stagnazione economica si perpetua ormai da vent’anni, e Abe aspetta il voto del 14 dicembre per capire se le sue scelte, pensate per dare stimolo all’economia nipponica, siano state o meno apprezzate dal popolo giapponese.
Secondo diversi media locali, tra cui Japan Today, la mossa del premier è stata studiata a tavolino: Abe vorrebbe sfruttare la debolezza e la mancanza di coesione dei suoi rivali politici per ampliare il suo potere d’azione. Il primo ministro, a capo del partito Liberal Democratico, dispone già di una larga maggioranza alla Camera Bassa e questa manovra potrebbe rafforzare ulteriormente la sua posizione.