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George Floyd: Minneapolis dovrà risarcire la famiglia

La famiglia di George Floyd, l’uomo ucciso il 20 maggio dello scorso anno, riceverà 27 milioni dalla città di Minneapolis, come risarcimento.

George Floyd: la ricostruzione dei fatti

Come dimenticare la terribile vicenda che vide protagonista George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso dalle guardie americane di Minneapolis, il 20 maggio del 2020.

Le immagini e i frame di quel terribile video nel corso del quale si vedeva il ginocchio di uno dei poliziotti posizionato sul capo dell’uomo, che lentamente soffocava, fecero il giro del mondo. Tanta l’indignazione, ieri, e ancora oggi.

Ma soprattutto tanta rabbia, per un uomo ingiustamente morto.

George Floyd nel corso dei mesi è diventato una vera e propria icona del ‘Black Lives Matter’, il movimento di emancipazione e difesa dei diritti delle persone afroamericane all’interno degli Stati Uniti D’America.

Floyd all’epoca dei fatti fu fermato per una banconota da venti dollari risultata falsa, con la quale voleva pagare un negoziante. Bloccato dagli agenti della polizia, morì soffocato, dopo otto minuti.

Minneapolis dovrà risarcire la famiglia della vittima

La causa civile avviata a seguito della morte dell’uomo, ha condotto a quello che oggi è stato definito un accordo tra le parti.

Un risarcimento che sicuramente non riporterà in vita Floyd, ma che in senso lato conferisce un brandello (seppur minimo) di giustizia alla famiglia. 

La somma pattuita è di 27 milioni di dollari da versare alla famiglia della vittima. Ma non è tutto: la città si impegnerà a donare 500 mila dollari al quartiere dove è stato brutalmente ucciso l’uomo.

Da quanto si è appreso nelle ultime ore, la cifra stanziata, è tra le più alte finora pattuite, in casi come questo. 

Il risarcimento economico e l’ingente somma da versare al quartiere dove è stato ucciso l’uomo, sono un notevole passo avanti da parte della giustizia, ma, ora la famiglia si augura che si possa riconoscere la colpevolezza degli agenti che uccisero George.

Sembrerebbe che al momento le persone indagate siano sei, cinque uomini e una donna, che però potrebbero scegliere di patteggiare, ammettendo in un certo senso, le proprie colpe.

La vicenda ha scatenato una delle più grandi ondate di protesta negli Stati Uniti, con manifestazioni e subbugli nelle maggiori zone dell’America.

I cittadini potrebbero tornare in piazza in concomitanza con l’avvio del processo, che dovrebbe durare tre settimane, fino ai dibattimenti finali previsti per il prossimo 29 marzo.