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Genny Billotto non è morta a causa del vaccino: il padre è pronto a denunciare

Genny Billotto era una giovane maestra di Biella venuta a mancare nell’ottobre del 2020. La giovane donna aveva problemi cardiaci congeniti e, dopo un malore, per lei non c’è stato più nulla da fare. Insegnava nella scuola “Villaggio Lamarmora”. La sua scomparsa improvvisa è stata un duro colpo per i suoi alunni e per la comunità biellese.

Oggi, a più di un anno dalla morte di Genny, il padre si rivolge alla stampa in cerca d’aiuto. Le foto della figlia, venuta a mancare così giovane, vengono utilizzate impropriamente dai No-vax nel corso delle loro manifestazioni: per loro sarebbe morta a causa del vaccino.

Le schiere antivacciniste sono convinte che a causare il malore della donna sia stato il vaccino. Il problema è che, quando Genny è morta, la campagna vaccinale non era ancora partita. Le sue foto circolano su Internet, nei gruppi Facebook No-vax, e sono state affisse perfino sui manifesti stradali e sui cartelloni delle manifestazioni No-vax.

L’intervista al padre di Genny Billotto: disgustato dalla strumentalizzazione della morte di sua figlia

Il padre si è detto molto addolorato dal vero e proprio sciacallaggio delle frange No-vax sulla morte della figlia. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha dichiarato: “Sono rimasto senza parole. Genny è morta di un problema al cuore congenito. Non era vaccinata perché la campagna non era ancora partita. E sicuramente sarebbe stata favorevole. Quando ho visto quelle immagini sono rimasto disgustato“.

Il padre di Genny si dice pronto a denunciare tutti i coinvolti, è davvero sconvolto dal modo in cui l’immagine della figlia è stata strumentalizzata: “Perché usare le sue fotografie senza nemmeno accertarsi che quella fosse la verità? Queste persone non hanno una coscienza. Pensano che sia possibile fare tutto. Che basti una morte per problemi al cuore per legarla al vaccino. Senza nemmeno verificare davvero di che cosa soffrisse“.

Conclude: “Genny aveva una cardiopatia ipertrofica. Era amata da tutti: dai suoi studenti. Dai suoi amici. Era appassionata del suo lavoro. Proprio la scuola, lo diceva sempre a colleghe e amiche, le dava la carica quotidiana per affrontare con il sorriso e le nuove sfide che si era prefissata. Adorava andare in moto. La sua perdita è stata una tragedia. E vederla sui social usata in quel modo, per i loro scopi, mi ha davvero fatto soffrire“.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.