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Lorenzo Hengeller, da genio musicale ad autore

Lorenzo Hengeller, genio della carriera musicale, nonché pianista e compositore di musica swing, ha deciso di partecipare alla collana umoristica letteraria promossa e curata da Stefano Sarcinelli, dal titolo “Veni, vidi , risi”. La collana è in edicola da quest’estate e contiene la particolarissima opera del famosissimo musicista, intitolata  “Elogio del pianoforte. Storie di tasti tra Caccioppoli, Gould e altri eroi”.

Biografia

Lorenzo Hengeller nasce a Napoli il 22 febbraio 1970. Egli è un pianista, cantautore e compositore italiano di musica swing. Egli si laurea in lettere moderne presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi su Blob di Rai 3. Egli è un insegnante part time presso la facoltà di lettere moderne. La sua musica si ispira a grandi autori, tra i quali Renato Carosone, Lelio Luttazzi, Gorni Kramer, il Quartetto Cetra, Antonio Virgilio Savona, Fred Buscaglione, Cesare Andrea Bixio e Vittorio De Sica. Hanno collaborato ai suoi album diversi artisti, tra i quali Mario Scarpetta, Stefano Bollani, Enrico Rava, Gianluca Guidi, Bruno De Filippi, Roberto Del Gaudio, Antonio Sinagra, Angela Luce. Nel 2004 pubblica il suo primo album “Parlami Mariù… ma non d’amore“, dedicato ai grandi del passato. Molte le sue esibizioni dal vivo, a Pomigliano Jazz, al Club Tenco in Valcamonica “Dallo showman allo sciamano”, al Festival internazionale di Ravello, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, al Bollani and friends, al teatro Verdi di Firenze, al live dagli studi di via Asiago. Nel 2006 esce “Il giovanotto matto”, album di matrice swing al quale collaborano Bruno De Filippi, Roberto Del Gaudio, Antonio Sinagra e Angela Luce. Nel Febbraio del 2007, Lorenzo Hengeller si esibisce dal vivo negli studi a Roma di Canale 5 durante il talkshow di Maurizio Costanzo, Buon Pomeriggio. Nel Maggio 2007 esce il brano “Embè” e una personale rivisitazione dell’Inno di Mameli, il 14 giugno è ospite in studio a Via Asiago insieme a Luciana Littizzetto. A Gennaio 2010 duetta con Stefano Bollani, presentando “Guapparia 2000“, nuovo brano del disco in lavorazione. A Settembre 2010 esce il disco “Canzoniere minimo leggero”. A Luglio 2011 debutta a Firenze con un inedito trio napo-tosco-danese. Tra il 2012 e il 2013, lavora ad un programma su LA7. Dal 2013 al 2014 è il pianista del programma Alle falde del Kilimangiaro, nello stesso anno esce il disco-tributo a Lelio Luttazzi “Pianoforte e amici“, dove il suo nome accompagnerà quello di Mina, Fiorello, Christian De Sica e Simona Molinari. Nel 2014 scrive e dirige tutti gli arrangiamenti e le parti musicali del musical su Renato Carosone andato in scena al Teatro Diana di Napoli. A dicembre 2014 partecipa al cd-raccolta su Lelio Luttazzi dal titolo “Lelio Swing”, insieme ai pianisti Rita Marcotulli, Danilo Rea, Stefano Bollani e Fabio Concato. A gennaio 2016 pubblica il suo quarto disco, “Gli Stupori del Giovane Hengeller“, con la collaborazione di Enrico Rava, Hamilton De Holanda, Patrizia Laquidara e Daniele Sepe.

L’intervista

Di seguito l’intervista gentilmente concessa dal grande artista Lorenzo Hengeller ai microfoni del XXI secolo:

– Professor Hengeller, qual è la genesi della sua opera “ Elogio del pianoforte. Storie di tasti tra Caccioppoli, Gould e altri eroi”?

«La genesi del libro è legata ad alcuni appunti che io ho preso nel corso degli anni, nelle pause tra i concerti e l’incisione dei dischi. Avevo appuntato queste storie, che sono di fantasia, ma mi piaceva quest’idea di far convivere delle cose che apparentemente sono assolutamente incompatibili. Ho quindi scritto queste sette storie, legate a personaggi inventati e non, che hanno come centro il pianoforte.»

– Come ha rimarcato il curatore della collana, Stefano Sarcinelli, lei non è un comico, è un musicista. Dopo questa nuova esperienza si sente più vicino al mondo della scrittura in chiave comica?

«No, non ho mai pensato di essere uno scrittore, né lo penso. Già è difficile essere musicista e pianista, sicuramente però, siccome la lettura è una mia passione e la scrittura è l’altro lato della lettura, in questo senso mi appassiona. Quella comica, poi, ovviamente no , perché io sono un musicista sicuramente ironico, ma non comico e amo molto l’umorismo.

L’umorismo e l’ironia fanno parte della mia vita, sia reale che musicale, però diventare uno scrittore di questo tipo, assolutamente no. È stato un episodio molto divertente, molto bello, io custodisco ancora altri racconti che forse ripubblicherò in un’altra edizione del libro, però ecco, la mia vita da musicista resta principale. Di fare lo scrittore? No, non ci penso.»

– Com’è stata per lei questa prima esperienza nel mondo della comicità?

«Come già detto, inizialmente fuori luogo, perché, ribadisco, Sarcinelli, che stimo molto, mi aveva raccontato di questa cosa. Lui stima me e le cose che scrivo, quindi ha letto questa leggerezza ironica e comica nei miei testi. Quello che c’è sicuramente in comune tra la musica e la comicità, è che sono due arti molto difficili e la questione del ritmo. Il ritmo le accomuna entrambe; il comico non può essere tale se non ha il ritmo e così il musicista, se non sente bene, non ha la percezione del ritmo, non può essere un bravo musicista. Quindi queste cose le accomuna, il ritmo è il comun denominatore.»

– Qual è stata la sua reazione all’invito alla partecipazione alla collana “ Veni, vidi, risi ”?

«Conoscendo Sarcinelli, sorprendente, perché lui è una persona comunque piena di iniziative e di mille cose, quindi un po’ me l’aspettavo e un po’ mi ha stupito. Trattandosi di lui, però, mi aspetto qualunque cosa, ecco.»

– Il suo adorato pianoforte è centrale anche nell’opera realizzata per la collana, quanto la musica è centrale ed importante nella sua vita, oltre che nella sua carriera?

«La musica ed il pianoforte mi hanno proprio cambiato la vita. Se non avessi avuto il pianoforte io sarei stato ancora un ragazzino nerd, timido, occhialuto e silenzioso. La musica mi ha aperto al mondo, a me stesso e mi ha, in un certo modo, realizzato, perché è stata il mio psichiatra, ecco. Fortunatamente, la musica ed il pianoforte evitano la spesa dello psichiatra.»

– Professor Hengeller crede che ci sia correlazione tra il suo stile compositivo musicale e la comicità?

«Sì. Lo swing, il tempo, il ritmo. Il tempo in levare è un tempo difficile, non naturale. Suonare in levare non è da tutti ed è una cosa che è molto vicina alla comicità e all’ironia. Il tempo in levare quindi accomuna tutto questo. Tendenzialmente sono un pianista di jazz, quindi suono, penso e scrivo in levare. Quindi decisamente sì, questo è l’elemento comune.»

La redazione del XXI Secolo ringrazia sentitamente il grande artista, nonché professore, Lorenzo Hengeller per la gentilezza, la cortesia e la disponibilità che hanno contraddistinto e guidato l’intervista.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II