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Gaza, tregua saltata: massacro a Sajaya

Non è durata neanche un’ora la tregua umanitaria ottenuta da Hamas grazie all’intercessione della Croce Rossa per provvedere al recupero delle salme dei più di 60 soldati palestinesi nel sobborgo di Sajaya: ripresi gli attacchi da parte dell’Israel Defense Force, che sarebbero dovuti essere sospesi dalle 13.30 alle 15.30 locali,  le vittime di oggi nella Striscia di Gaza ammontano in totale a 87, di cui 62 soltanto a Sajaya. Stando a quanto afferma il portavoce dei servizi di soccorso palestinesi Ashraf al Qudra, i morti dall’inizio dell’operazione “Margine protettivo” a data odierna si hanno ormai raggiunto i 425, di cui 112 minorenni, 41 donne e 25 anziani.

Proprio da Sajaya, secondo le affermazioni rilasciate dall’Israel Defense Force, sarebbero stati 140 i razzi esplosi in direzione del territorio di Israele: è per “combattere il terrorismo nella Striscia di Gaza e stabilire una realtà che garantisca agli israeliani di vivere in sicurezza” che sono state intensificate le offensive via terra, asseriscono le forze di difesa israeliane. Ma per il presidente palestinese Abu Mazen quest’attacco a Sajaya non è che “il nuovo massacro commesso dal governo israeliano”, parere condiviso anche dal segretario generale della Lega Araba, Nabil el-Araby, il quale ha dichiarato che i “bombardamenti barbari” e le offensive via terra da parte di Israele contro il quartiere di Sajaya a Gaza vanno ritenuti un vero e proprio “crimine di guerra”  ai danni dei civili palestinesi. Frattanto, il Segretario di Stato americano, John Kerry si è pronunciato in difesa di Israele dichiarando che si tratta di un Paese assediato da “un’organizzazione terroristica”, dichiarazione alla quale ha aggiunto che  “Hamas usa i civili come scudo e rifiuta ostinatamente un cessate il fuoco”. Resta però il fatto che sin dalle prime ore di questa mattina l’artiglieria israeliana ha fatto fuoco direttamente all’interno dei quartieri orientali di Gaza, tra i quali oltre a Sajaya c’è anche Zaitun: un attacco, quello israeliano, che ha visto anche la partecipazione di elicotteri da combattimento. Benché le milizie israeliane avessero intimato nei giorni addietro lo sgombero agli abitanti del posto, la tragedia non è stata affatto scansata: il quotidiano Haaretz, nel citare il Ministro della Salute della Striscia di Gaza, riferisce che soltanto tra le vittime di Sajaya si contano 17 bambini e 14 donne, senza tralasciare i feriti che dovrebbero essere almeno un centinaio. Per consentire il transito delle emergenze umanitarie, intanto, l’Egitto ha aperto e lascerà aperto per una settimana il valico di Rafah. Aumenta anche il numero degli sfollati che, stando ai dati dell’agenzia per i rifugiati dell’ONU (Unrwa – ndr), sarebbero oltre 80mila.