Stando ai media locali, ammonterebbero ormai a 81 morti e 575 feriti i numeri delle vittime palestinesi a Gaza in questi 3 giorni di raid aerei e contro-attacchi missilistici tra lo Stato di Israele e Hamas. In poco più di 24 ore, sono stati colpiti tra postazioni di lancio razzi, “tunnel terroristici”, basi militari, armerie e comandi, 326 obiettivi nella Striscia di Gaza, da dove sono partiti contemporaneamente 105 razzi: di questi sono stati 82 a raggiungere il territorio israeliano, altri 21 sono stati bloccati mentre erano ancora in volo, altri ancora sono caduti in aree aperte. In neanche 3 giorni sono stati lanciati 365 razzi da Gaza: un portavoce dell’esercito israeliano, Peter Lerner, riferisce di una media di un razzo ogni dieci minuti. I bersagli sarebbero stati la centrale atomica israeliana a Dimona e la base aerea di Ramon, nel Neghev.
Impossibile da definirsi con esattezza la stima delle vittime, che continuano ad aumentare inesorabilmente: il raid israeliano di questa notte avrebbe provocato la morte di 6 palestinesi a Khan Yunes, cui si sono andate ad aggiungere altre 14 vittime nel corso di un attacco successivo. Tra queste anche donne e bambini. Ancora un altro raid ha colpito la zona del campo profughi di Nusseirat, con l’uccisione di una persona. Anche a Gaza City si è riscontrata una vittima di un precedente attacco israeliano, un giornalista palestinese. Allo stesso tempo, tre razzi sono caduti nel sud d’Israele, dove non sono stati registrati morti fatta eccezione per qualche mucca. Stando a quanto asseriscono le fonti militari e la stampa israeliane, non solo Hamas avrebbe a disposizione 6.000 razzi di vario tipo ma anche la Jihad ne possiederebbe 5.000: arsenali estremamente difficili da distruggere perché nascosti al di sotto di abitazioni civili o di strutture pubbliche.
Frattanto, l’Egitto ha riaperto il valico di Rafah per permettere ai palestinesi feriti nel corso degli ultimi 3 giorni di scontri con Israele di riparare nel Sinai egiziano, dove tutti gli ospedali sono stati allertati affinché possano prontamente ricevere feriti che versano in gravi condizioni. D’altronde, dall’inizio della “Operation Protective Edge” martedì 8 luglio, sono stati più di 400 i centri colpiti a Gaza: soltanto ieri sono stati rinvenuti tra i morti un’ottantenne e 5 bambini tra i 2 e i 15 anni. Inoltre, tra le 15 abitazioni distrutte dagli aerei israeliani vi sarebbe anche quella di Raed Al-attar, comandante delle Brigate Ezzedin al-Qassam palestinesi, coinvolto nel rapimento del caporale israeliano Ghilad Shalit. Sempre ieri, Israele ha risentito dell’offensiva palestinese non solo a Sud ma anche a Nord: alcuni razzi sono stati lanciati in direzione del porto di Haifa, mentre un razzo ha colpito la città di Hadera. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu non esclude affatto eventuali interventi via terra, per i quali l’esercito è già stato istruito: la tregua con Hamas, stando alle parole da lui rivolte ai membri della commissione Affari Esteri del Parlamento, non è contemplata.