18.4 C
Napoli
giovedì, 1 Giugno 2023

Gargano: “Napoli è una città folle e caotica”

Da non perdere

Salvatore Nappo
Salvatore Nappo
Studio Storia e sono istruttore di calcio qualificato CONI-FIGC. Credo che fare Giornalismo significhi fare due cose: ricerca e inchiesta. Ritengo il calcio l'arte che più si avvicina al senso della vita: nel calcio, come nella vita, puoi studiare mille situazioni di gioco ma alla fine il campo ti metterà di fronte alla 1001esima che non avevi previsto.

L’ex centrocampista del Napoli, Walter Gargano, attualmente in forza al Monterrey, squadra messicana, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di RG La Deportiva, radio messicana. L’ex azzurro ci è andato giù pesante con i napoletani. Queste le sue parole: “A Napoli mi porto Edy Reja; fu lui a volermi a tutti i costi. Ho due figli nati a Napoli, quella è una città folle e molto caotica. Ammiro i napoletani per come vivono il calcio, però non condivido la loro cultura. Sono maleducati, sfrontati. Qui in Messico è tutt’altra cosa: la gente è estremamente educata, ti si avvicina con gentilezza, se stai pranzando o cenando non ti disturbano e aspettano il momento giusto. A Napoli invece in qualsiasi posto e momento ti assalgono, gridando nella loro lingua. Per un calciatore ovviamente è una sensazione unica, perché lì la passione è tanta. Il punto è che non puoi mai uscire di casa, sia quando le cose vanno bene sia quando vanno male”. 

Il campionato italiano? Inizialmente ebbi delle difficoltà da un punto di vista tattico; lì è fondamentale sapersi muovere senza palla. Insieme alla Premier, la Serie A è il campionato più difficile. Rapporti con Benitez? È grazie a lui se sono tornato in azzurro. Con Mazzarri ho avuto diverse divergenze d’opinione. Voleva avere l’ultima parola su tutto, però poi in campo ci andavo io. Addirittura Lavezzi voleva picchiarlo, ma io riuscii a fermarlo. Mazzarri voleva decidere tutto da solo, e il suo carattere si scontrava col nostro essere un po’ ribelli. Non condivideva nemmeno le nostre abitudini sudamericane. La nostra musica, quello che bevevamo: tutte cose per noi importanti, ma che a lui non piacevano per niente”.

 

image_pdfimage_print

Ultimi articoli