1

G7 a Bruxelles: tutti uniti per l’Ucraina

La prima reunion con i ‘grandi della terra’, alla quale ha preso parte il Premier Matteo Renzi, si è tenuta ieri a Bruxelles, sede delle istituzioni europee. Al centro delle questioni di politica estera dibattute nel vertice c’è la crisi in Ucraina. L’incontro, presieduto dal presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e dal Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, è iniziato ieri con una cena e terminerà oggi pomeriggio dopo pranzo.

Renzi ha già incontrato Obama, mentre stamani è toccato al premier britannico Cameron e alla cancelliera tedesca Angela Merkel. La posizione del Premier italiano è tesa a rassicurare i leader europei sulla stabilità del governo italiano post elezioni. Al summit non partecipa la Russia: difatti questo G7 sostituisce il G8, che si sarebbe dovuto tenere a Sochi, in seguito alla decisione di estromissione di Putin da parte di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania, Giappone, Canada e Stati Uniti. Sulla questione dell’annessione della Crimea a Mosca e dell’azione generica della Russia nei confronti dell’Ucraina, i leader europei sono fermi su una posizione univoca: “l’azione della Russia in Ucraina è inaccettabile e deve fermarsi” e se necessario verrà intensificato “il varo di sanzioni mirate” nei confronti della Russia, recita il comunicato finale della prima giornata. Al vaglio un ventaglio di iniziative; in particolar modo è stato intimato alla Federazione russa il ritiro delle forze armate dai confini dell’Ucraina ed è stato richiesto di fermare i separatisti,  pena sanzioni sempre più rigide.

Sono gli Usa a premere maggiormente affinché il G7 sia “un’occasione, dopo l’elezione del nuovo presidente ucraino, per ridurre la tensione”. Si esclude ad ogni modo un incontro fisico tra il leader americano e quello russo, sebbene Putin si dica “pronto al dialogo”. In occasione di un’intervista rilasciata a Radio Europe 1 il Premier russo ha dichiarato: “Non è un segreto che la politica più aggressiva, più severa, è la politica americana”, aggiungendo l’auspicio che la crisi in Ucraina “non sia una nuova tappa della guerra fredda. Non c’è nessuna forza militare, nessun istruttore russo presente nel sud-est ucraino”. La Merkel intanto afferma di essere preoccupata per la destabilizzazione, dichiarando, sempre in linea con la politica del dialogo multilaterale “parlerò con l’Ucraina, poi con la Russia, e anche gli altri avranno delle discussioni, e dopo ci consulteremo”.