Si sono svolti questa mattina i funerali di Soleimani.
Migliaia di iracheni hanno partecipato al corteo funebre, tenutosi a Baghdad, del generale iraniano Soleimani al grido “morte all’America”.
Il corteo ha sfilato tra le vie del distretto di Jazimiya, dove si trova un santuario sciita.
Al termine, nella zone verde di Baghdad si è tenuto un funerale nazionale ufficiale alla presenza di molti leader iracheni.
I resti di Soleimani saranno portati in Iran dopo la cerimonia.
Nella notte, un comandante del gruppo paramilitare iracheno filo-iraniano Hashed Al Shaabi è stato ucciso in un nuovo raid aereo Usa a nord di Baghdad.
Resta altissima la tensione fra Stati Uniti e Iran.
Trump afferma di non volere la guerra, ma dichiara di essere pronto “a qualunque risposta sia necessaria”. La guida suprema iraniana Khamenei risponde a Trump dichiarando: “Prepara le bare”.
L’ambasciatore iraniano Takht Ravanchi, ha invece dichiarato all’Onu: “La risposta ad un’azione militare è un’azione militare. Da parte di chi? Quando? Dove? Lo vedremo”.
“Non possiamo rimanere in silenzio, dobbiamo agire ed agiremo” ha poi detto l’ambasciatore.
Intanto, decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran in una manifestazione di protesta contro i crimini degli Usa.
“Ha ucciso o ferito gravemente migliaia di americani durante un lungo arco di tempo e stava complottando per ucciderne molti altri…ma è stato preso!” ha twittato Donald Trump. “Doveva essere fatto fuori molti anni fa!” continua il presidente degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti, inoltre, hanno deciso di inviare altri 3.500 soldati in Medioriente. Lo hanno riferito tre funzionari della Difesa e un ufficiale militare a Nbc News. Le nuove truppe saranno dispiegate in Iraq, Kuwait e altre parti della regione, come risposta alle minacce giunte dopo la morte del generale.
“Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. – afferma la Farnesina in una nota- L’Italia lancia un forte appello perché agisca con moderazione e responsabilità, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione. Nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilità”.