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Fumetto, le origini dell’antico “giornaletto” italiano

Semplice da leggere, facile da sfogliare, di agevole comprensione, la bellezza del fumetto è veramente incredibile. Di tipologia medium, abitualmente cartaceo, è costituito da un linguaggio sempliciotto, chiaro quasi a tutti, per le sue forme accessibili a tanti individui. Composo spesso anche da immagini e da brevi didascalie, la narrazione è generato da questi due elementi portanti, considerati i perni del “giornaletto“. Proprio oggi, 27 dicembre, di 113 anni fa, è cominciata ufficialmente la storia del fumetto italiano, con la pubblicazione del “Corriere dei piccoli”, il primo nato in Italia.

Dall’antichità con i primitivi e i loro primi graffiti per rappresentare momenti cruciali fino agli odierni fumetti, passando attraverso la colonna di Traiano alle immagini di Rodolphe Topffer. Le origini de “la storia a disegni” sono molto antiche e risalgono a tanti millenni fa, in concomitanza con la nascita del genere umano.

Già nel passato la narrazione per immagini era piantata all’interno delle remote tribù, come d’altronde i fumetti sono ancorati alle radici del tessuto sociale odierno. Insomma, la storia dei “giornaletti” è molto arcaica, ma i suoi primordi si sono sviluppati nella loro forma attuale.

Si tratta comunque di un mezzo di comunicazione a tutti gli effetti, molto semplice, il quale raggiunge un vasto numero di persone e sfrutta differenti componenti per i più svariati usi. Da scopi narrativi a strumento in grado di procurare istruzioni in modo rapido ed esemplificativo: ricette di cucina e libretti d’istruzione all’uso sono all’ordine del giorno.

Il fumetto, inoltre, gioca un ruolo fondamentale anche all’interno della letteratura dei giovani, anche se non si limita soltanto a questo ambito. Sebbene sia più vicino ai ragazzi, questo genere letterario raggiunge anche gli adulti e le tipologie di individui più impensabili.

Fumetto, la terminologia del vocabolo

Le origini del termine “fumetto” sono molto interessanti e derivano principalmente dalla “nuvoletta”, affine ad una sbuffata, usata all’interno delle immagini, contenute proprio in questi “giornaletti” durante i dialoghi tra i personaggi. Dentro a questi “giornaletti”, oltre alle piccole “nuvolette“, sono presenti anche numerose figure onomatopeiche, tante didascalie interne o esterne alle vignette, spesso chiamate cartiglie. Malgrado il termine rappresenti il “mezzo” in Italia, nei primi anni di pubblicazione non era formato da nessun balloon in particolare, ma semplici versi in rima, collocati al di sotto delle figure. Soltanto successivamente ci fu la comparsa dei balloon all’interno della storie raffigurate.

In terra americana e nei paesi anglofoni i fumetti sono denominati “comics” o “comic books“, mentre in Giappone sono celebri con il cosiddetto nome di “manga“. “Bande dessinee” è l’espressione più utilizzata, in lingua spagnola “tebeo“. Insomma, nonostante la terminologia differente all’interno delle diverse lingue, la rilevanza dei fumetti è la medesima in tutti i paesi.