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“Friday for future” nel 2019 il primo venerdì per l’ambiente

Il 15 marzo del 2019 è il primo “Friday for future”, letteralmente un venerdì per il futuro.

Il movimento nasce dalla protesta isolata di una studentessa quindicenne per poi trasformarsi in un movimento globale.

L’obbiettivo? Sensibilizzare i governi sulla questione ambientale ed in particolare sulla necessità di ridurre le emissioni di CO2.

Tutto nasce dalla ormai celebre Greta Thunberg, allora sconosciuta 15enne di Stoccolma,  che decise di non andare a scuola fino al 9 settembre, data delle elezioni svedesi.

L’impegno di Greta però non si ferma e migliaia di studenti decidono di seguire il suo esempio per proteggere il loro futuro.

Cos’è il Friday for future?

Il Fridays for future si propone, prima di tutto, di tenere alta l’attenzione sul tema dei cambiamenti climatici, in modo da trasformarlo in una priorità per l’agenda politica internazionale. Per questo i ragazzi coinvolti chiedono ai governi di limitare l’uso dei combustibili fossili, azzerando le emissioni a livello globale entro il 2050 (in Italia entro il 2030). L’ obiettivo è quello di contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi.

Per questo ogni venerdì c’è un nuovo #ClimateStrike (Sciopero per il Clima). A questo tipo di eventi possono partecipare “persone di ogni età e categoria”.

Questo ha dato vita a dei sottogruppi come ad esempio Teachers for Future o Parents for Future.

Il movimento oggi

L’ultima movimentazione per il clima c’è stata lo scorso 3 marzo.

In questa data giovani colorati e assolutamente pacifici sono scesi in piazza per rivendicare il diritto al futuro.

In tutta Italia gli studenti hanno marciato per le città con lo slogan “In tutte le piazze del Mondo liberiamo la più grande forza: la nostra rabbia, che diventerà energia rinnovabile”.

I movimenti ambientalisti in questi anni sono aumentati, ma purtroppo non tutte le iniziative, per quanto il proposito sia lodevole, sono ugualmente pacifiste e prive di conseguenze.

Basti pensare ai gruppi di giovani che negli ultimi tempi stanno imbrattando grandi opere d’arte nei musei per porre l’accento sulle questioni climatiche.

Fonte immagine – Repubblica.it..