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Francia, scoperta opera di Cimabue

La storia dell’arte è zeppa di aneddoti insoliti che ci hanno regalato straordinarie scoperte da rimetter in discussione e spesso anche aggiornare il catalogo di un’artista.

L’ultimo ritrovamento casuale è avvenuto nel nord della Francia, precisamente a Compiegne, ove in un soggiorno è stato scoperto un piccolo dipinto attribuito al maestro di Giotto, l’artista toscano Cenni di Pepo, detto Cimabue.

La vicenda a davvero del particolare. Il quadro, presente presso la casa d’aste Acte’on de Compie’gne, aveva destato l’interesse dell’ex proprietaria, un’anziana signora che lo aveva tenuto esposto in casa per anni, la quale da sempre incuriosita è intervenuta facendolo valutare all’esperto d’arte e d’opere di antichi maestri, Canibet Turquin.

La risposta del critico non si è fatta attendere. Secondo Turquin, il dipinto (25,8 cmx 20,3cm) farebbe parte di un dittico del 1280 composto da otto pannelli in legno di pari dimensioni su cui il maestro di Giotto, Cimabue avrebbe rappresentate scene della Passione di Gesù Cristo.

La scoperta è davvero stravolgente, i quanto fino ad oggi gli storici ed esperi d’arte hanno stimato come parti del dittico solo due tavole, “La Flagellazione di Cristo” – Frinck Collection, New York- e “La Vergine col Bambino in trono circondata dagli angeli” -esposto alla National Gallery of London-.

Dall’esame di riflettografia ad infrarossi emerge l’ottimo stato di conservazione del dipinto, elemento consono secondo Turquin al facilitare l’attribuzione dell’opera al Cimabue, in quanto dal confronto con altre opere del maestro toscano è evidente la provenienza dalla stessa “mano”.

Il dipinto, inoltre, dal totale anonimato alla recente riscoperta è stato valutata tra i 4 e i 6 milioni di euro e sarà messo all’asta presso Senlis de Acteon il prossimo 27 ottobre 2019, evento unico dopo decenni in cui non veniva più battuta all’asta un’opera del maestro toscano.

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."