Per la rassegna di teatro amatoriale organizzata dal teatro Augusteo, in svolgimento al Teatro Politeama di Napoli, in data 12 maggio ha calcato le scene la “Compagnia di Antonino” del regista Antonino Laudicina, con una rappresentazione drammatica in due atti, riadattamento della celebre opera televisiva “Anna dei Miracoli” di William Gibson, ma ispirato a una storia vera: la piccola Helen, sorda e cieca dalla nascita, viene affidata ad Anna (Interpretata dall’ottima Fiorella Cangiano – ndr), insegnante alle prime armi, segnata da un’infanzia difficile e anche lei con problemi alla vista, ma molto determinata. Il suo metodo d’insegnamento, la sua tenacia, consentiranno alla piccola Helen di parlare.

Nel ruolo della piccola Helen una vera sorpresa: Francesca Pia Pinto, di soli 9 anni, ma con una maturità artistica impressionante. «Francesca, racconta la madre Daniela, porta i due nomi di Padre Pio, quindi Francesco e Pio, perché a causa di un intervento chirurgico molto importante non potevo avere figli. Ma dopo un pellegrinaggio da Padre Pio rimasi incinta di Francesca. Il mio medico alzò le mani davanti a un quadro di San Giuseppe Moscati, esclamando: ”La scienza a volte non ha spiegazioni”». In presenza dei genitori abbiamo rivolto alcune domande alla talentuosa Francesca ‘dei miracoli’.
Lei interpreta la parte di Helen. Quante volte ha visto il film?
«Ho visto il film 5 volte, anche se il mio regista mi ha consigliato che non dovevo essere proprio uguale al mio personaggio, ma dovevo rendere tutta ‘mia’ la parte. Lo spettacolo teatrale differisce dal film; non è molto facile interpretare una bambina sorda, muta e che ha delle difficoltà. Per esempio: per ricevere un abbraccio, Helen non poteva alzarsi e abbracciare; allora io semplicemente immaginavo di abbracciare, pensavo al gesto, così magari esprimevo agli spettatori quello che stava accadendo, con il pensiero e le mie emozioni. Lo spettacolo tratta un argomento molto importante»
A scuola ha qualche compagno che incarna questa difficoltà?
«No. E’ nato tutto da uno studio, da un sentimento personale e dall’emozione che ho provato quando mi sono imbattuta nel personaggio. E dai consigli del mio regista»
Nell’interpretazione era molto naturale e spontanea. Si è mai resa conto di essere davanti a una platea molto numerosa?
«Sì, ero consapevole di essere su un palco. Con emozione cerco sempre di entrare nel personaggio altrimenti si corre il rischio che davanti al pubblico ci si perda e si entri in panico. Io penso sempre, anche mentre sono a teatro, di fare semplicemente delle prove, però siccome ci sono tanti spettatori devo impegnarmi a dare quell’emozione in più, così da rendere tutto più bello»
Avete provato molto?
«In realtà abbiamo provato pochissimo. Nell’arco temporale di due settimane provavamo tre volte a settimana. Anche perché dal punto di vista mnemonico non avevo battute da imparare a memoria, ma il mio personaggio era costruito solo sui movimenti»
Sappiamo che lei danza. E’ servita la sua esperienza nella danza classica per questo lavoro teatrale?
«Sì, perché di solito poi devo recitare alcune scene con la musica in sottofondo ed è importante perché devo sentire la musica, capire la musica e trasformare tutto in movimento, cosa che prima non facevo»
Quando ha iniziato a recitare?
«Frequentavo una scuola di recitazione, ma ero proprio piccola. Poi a 9 anni ho incontrato il mio regista e abbiamo cominciato a fare delle prove teatrali. Lui quando mi ha visto ha detto: “Ho trovato finalmente Anna dei Miracoli” e ha costruito lo spettacolo intorno a me»
Ci racconta un momento brutto e un momento bello dello spettacolo?
«E’ andato tutto bene, però comunque ci sono state delle imprecisioni; in alcuni momenti mi veniva proprio da dire:”Oddio dovevo fare quello piuttosto che questo”. Per esempio mi è capitato in scena che mi si è incastrata una forchetta nei capelli, però poi sono andata avanti. E’ stato bello perché alla fine sono stata spontanea. Poi anche i graffi, ho varie ferite per tutto il corpo. Siccome Anna dei Miracoli è uno spettacolo dove c’è lotta fisica, con l’unghia mi sono ferita ed è uscito un po’ di sangue e mi è rimasta anche una cicatrice. Ma le cose più divertenti accadono dietro la scena: dovevo dare un calcio all’attore che interpreta mio padre, il Capitano, e allora ogni tanto mi preparavo, facevo una prova e prendevo in giro l’attore dicendogli che prima o poi glielo avrei dato per davvero un bel calcio, fino a rispedirlo a casa. Poi ancora, mi è successo che una bambola in scena mancava e me la sono dovuta andare a cercare io dietro le quinte, dappertutto. Poi mi sono ricordata che ero stata proprio io a spostarla»
Con chi va più d’accordo all’interno della compagnia?

«Sono tutti bravi e mi diverto con tutti. Ma io preferisco sempre Anna, ovvero Fiorella; lei mi fa sempre ridere, ci divertiamo. E’ bello perché siamo diventate amiche. La cosa speciale è che tutti venivano alle prove facendo enormi sacrifici. Io in questi 15 giorni ho fatto tutto: la scuola, la danza, i compiti per ripetere le materie, mi sono svegliata anche alle 5 del mattino. Per esempio il martedì provavo fino a mezzanotte, però queste cose vengono tutte ripagate con l’applauso finale»
Che cosa le piacerebbe fare da grande?
«Allora, sono sicura che voglio stare sul palco. Poi non so se nella danza come ballerina o sul palcoscenico come attrice. Questo non m’importa, ma l’importante è il palco. Lavorare a teatro mi da’ un’energia, come dire, non mi viene la parola, fortissima. Adrenalina pura. Ho voglia di dimostrare alla gente quello che so fare. Dono energia e anche il pubblico mi regala energia con l’applauso, con i complimenti. Così sono contenta di quello che ho fatto e tutti i sacrifici vengono ripagati»
Ha già progetti futuri?
«Non so se porteremo in altri teatri Anna dei Miracoli. Per adesso sono concentrata sul saggio di danza di fine anno al Politeama, che già conosco. Ma sono pronta a fare e a cimentarmi in qualche altro spettacolo futuro. Qualsiasi cosa, basta che mi fate stare sul palco».