Nel quartiere di Brooklyn, il più popoloso di New York, un uomo è entrato in ascensore con due bambini, uno di 6 anni, l’altra di 7, ha estratto un coltello e li ha colpiti ferendo a morte il più piccolo. I due stavano andando a comprare un gelato quando la follia dell’uomo ha incrociato la loro strada: il corpo del bambino è stato ritrovato senza vita dagli agenti; la bambina, inseguita dal suo aggressore, è riuscita invece a sfuggire, crollando poi di fronte a un edificio poco distante; è stata portata al Brookdale Medical Center e sottoposta a intervento chirurgico. Nessuna notizia dell’omicida, è stata rinvenuta soltanto l’arma del delitto: un coltello da macellaio. Solo qualche giorno fa nella stessa zona un ragazzo di 18 anni è stato ucciso con 32 coltellate, gli agenti stanno investigando per capire se i fatti possano essere collegati.
L’america non è nuova a casi del genere; storie che trovano giustificazione solo nella follia umana e che sempre più spesso scuotono la tranquillità della popolazione. Ma gran parte dei fatti di cronaca non è forse dovuta anche al possesso di armi, totalmente legale in America? Nel luglio 2008 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha riconosciuto ai cittadini tale diritto, legalizzando e facilitando l’accesso alle armi a chiunque ne facesse domanda. L’arma come diritto, al pari di quello d’espressione (Il secondo emendamento della Costituzione degli USA afferma “il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto” -ndr). Basti pensare che si stimano circa 90 armi ogni 100 abitanti.