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“Fiori in rapsodie”: chi è Elisabetta Pedata Grassia

Napoli, si sa, è una città colma di contraddizioni. Di una bellezza accecante, di una ricchezza ineguagliabile dal punto di vista storico e culturale, ma talvolta anche spietata con i suoi figli.

Eppure, tra tanti drammi e difficoltà, non si può negare che il capoluogo campano sia anche e soprattutto un’incredibile fucina di talenti. Ragazzi che, con le loro capacità, rappresentano l’orgoglio di Napoli nel mondo.

Una di questi è sicuramente Elisabetta Pedata Grassia, giovane scrittrice e pittrice, che nel 2013 ha esordito con il suo primo libro “Fiori in rapsodie”, per la casa editrice Lettere Animate (oggi Youprint). Elisabetta ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande per conoscerla meglio e, come c’era da aspettarsi, le sue sono state risposte ricche di spunti di riflessione.

Elisabetta Pedata Grassia, giovane napoletana che si è fatta notare per il suo innato talento letterario ed artistico: ci parli un po’ di lei e di come ha scoperto la passione per la scrittura e l’arte.

<<Descrivermi mi riesce sempre un po’ difficile. Ma probabilmente se dovessi scegliere un termine per me sarebbe quello della ”ricerca”. Sono una ricercatrice, in tutti gli aspetti della mia vita. Ho sempre avuto un animo un po’ inquieto sin da bambina e questa inquietudine mi ha spinta a scavare e a scovare, dentro e fuori di me dei mondi che ho cercato e cerco di esprimere, sia con la scrittura che con altre forme artistiche. La scrittura è stato il mio primario strumento comunicativo, ho cominciato da piccola ad inventare storie, canzoni e poi poesie. La pittura è arrivata dopo, quando ho sentito che un’altra energia dentro di me doveva venir fuori.>>

Sia per quanto riguarda il suo libro “Fiori in Rapsodie”, sia per la sua recente mostra “Cosmo 5 fra la pace e il tumulto”, si evince che il comune denominatore è la magnificenza della natura: come mai questo tema le è tanto caro?

<<In linea con la questione della ricerca si inserisce il mio assoluto amore verso la natura. Credo che ogni essere umano celi dentro di sé una parte selvaggia, primitiva e dunque incontaminata. La natura non è altro che uno specchio di quella parte incorruttibile, una stupefacente fonte di vita portata alle sue forme più essenziali, priva di concetti pregiudizievoli. Attingo le mie ispirazioni da queste fonti : la libera autenticità e talvolta l’essenziale durezza della vita. Fiori in Rapsodie è nato nella natura, tra gli alberi, montagne e mare. Il progetto artistico Cosmo 5 invece è nato da un viaggio più concettuale, distaccandosi un po’ più dalla terra.>>

“Fiori in rapsodie”, sua opera d’esordio, composta nel 2013, è una raccolta di poesie ricche di richiami alla mitologia e al “trascendente”: di quali strumenti si è avvalsa per veicolare le suggestioni che ha voluto trasmettere al lettore?

<<In Fiori in Rapsodie, soprattutto nella parte che concerne i componimenti poetici mi sono riferita  ad uno stile ermetico. Ho isolato la parola distaccandola dal resto, riducendo il tutto all’essenziale. Anche se spesso ho fatto ricorso a metafore, sinestesie e a richiami a mantra buddhisti.>>

La musicalità è presente in tutti i suoi versi, ma anche nei racconti brevi che si trovano nel libro, garantita innanzitutto dagli elementi ricorrenti che li compongono: il mare, il sole, Dio, il vento. Secondo lei, perché è importante il contributo della musica nella poesia, o comunque nella scrittura in generale?

<<Nel libro, la sezione racconti è accompagnata interamente da soundtraks. L’obiettivo è stato quello di lasciare che il lettore immaginasse a 360° la scena narrata, col sottofondo musicale da me suggerito. La mia visione delle cose è sinestetica, quindi la musica per me è fondamentale proprio per la sua funzione immersiva e intensificatrice.>>

A quali autori si è ispirata maggiormente?

<<Le mie letture in quel periodo – durante la scrittura di ”Fiori” – erano prevalentemente spirituali. Più che autori quindi, mi hanno ispirato gli incontri fatti con le persone più disparate. Dai bambini con storie molto dure alle spalle ai viandanti incontrati per casi davvero fortuiti. Ecco, quegli incontri, quelle chiacchierate, mi hanno aperto altri mondi e non ho potuto fare a meno di scriverne.>>

Quale delle poesie contenute in “Fiori in rapsodie” sceglierebbe come emblema della sua personalità?

<<Preghiera Ignorante>>

Quindi lei crede in Dio?

<<Credo in un Dio non canonico. Non punitivo, non giudicante, non vendicativo. Non religioso. Dio per me è un’energia che va al di là dei concetti di bene e male. È quotidiano, tangibile, ma anche paradossale e ineffabile. Dio è l’oltre. Ed esiste.>>