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Filippo Tommaso Marinetti: il poeta combattente

Il 2 Dicembre 1944 si spegne il poeta, drammaturgo e militare italiano, fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti.

– ”Non v’è più bellezza, se non nella lotta.” – così scriveva Marinetti, e non è un caso che ad oggi venga ricordato con l’appellativo “il poeta combattente”; lui che è stato ideatore del movimento futurista, che partecipò sia alla rotta di Caporetto che alla battaglia di Vittorio Veneto.

Filippo Tommaso Marinetti era amante della velocità, come ricorda un episodio del 1908 in cui Filippo Marinetti venne ripescato in un fossato fuori Milano in seguito ad un incidente.

L’episodio venne “rielaborato” nel Manifesto del Futurismo: Marinetti viene estratto dal fossato e si sente un uomo nuovo, deciso a liberarsi degli orpelli decadenti, affermando che occorre chiudere i ponti con il passato, “distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie e cantare le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa, glorificare la guerra — sola igiene del mondo —, il militarismo, il nazionalismo, il gesto distruttore del libertari, le belle idee per cui si muore…”

Marinetti era anche amico intimo del duce, Benito Mussolini; è intervenuto successivamente anche all’avventura di Fiume con Gabriele D’Annunzio, e prese alla spedizione dell’Armir come ufficiale volontario.

Filippo Tommaso Marinetti aveva 68 anni quando decise di posare le armi e trasferirsi a Bellagio, dove passerà il resto della sua vita.

Bellagio è un piccolo paesino situato in un punto particolare: confina con entrambi i laghi, da una parte quello di Lecco, dall’altra quello di Como.

Quando giunge in questo angolo di paradiso, Marinetti è gravemente malato di cuore. Qui insieme a sua moglie e le sue figlie alloggerà all’hotel Splendide per un mese in attesa di trasferirsi in Svizzera per poter ricevere le cure adeguate al suo problema.

Il giorno prima della sua morte Marinetti volle fare una passeggiata per il paese, in quel momento scrisse anche il suo ultimo componimento “Quarto d’ora della X Mas”.
Marinetti però, racconterà la moglie, era frustrato per via del regime fascista, ormai prossimo alla completa dissoluzione.

Quella notte morì, tra il 1 e il 2 dicembre, il suo corpo era troppo fiaccato dalle fatiche dell’ultima guerra e il suo cuore aveva cessato di battere. Pochi giorni dopo sarebbe arrivata la conferma di trasferimento in Svizzera, ma ormai era troppo tardi.

Saputo della sua morte, il suo compagno di battaglie, Benito Mussolini, eluse i controlli imposti dalle forze naziste e andò a salutare personalmente il suo amico all’hotel in cui era posta la salma.