Da quando la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione assistita previsto dalla legge 40, in 22 giorni sono state 3500 le richieste per interventi di fecondazione eterologa. I dati sono stati resi pubblici dalla presidente dell’associazione Cecos Italia, Elisabetta Coccia, che ha anche ribadito come le coppie, nelle molteplici domande sui costi, riguardo l’attesa, le procedure tecniche e le garanzie d’intervento, si chiedono “come mai non siano state emanate linee guida dal ministero della Salute”.
L’Associazione Cecos, che ha lo scopo di promuovere e sviluppare ogni studio che riguardi la fecondazione assistita umana anche nei suoi aspetti etici, legislativi e medico-legali, e sviluppare l’aiuto e la collaborazione scientifica tra associati, allo scopo di adottare criteri e tecniche comuni, ha condotto un’indagine dalla quale è emersa “una crescente richiesta, da parte delle coppie, di fecondazione eterologa, mentre restano incerte le risposte da dare alle aspiranti coppie a causa della mancanza di linee guida”.

Nei centri Cecos cresce soprattutto la richiesta di ovodonazione: “Sono molte le donne la cui fertilità è stata purtroppo compromessa a cause di neoplasie o menopausa precoce o interventi chirurgici, o casi in cui la donna è fertile ma è portatrice di una malattia genetica, o i casi di ripetuti tentativi fallimentari che portano la coppia stessa a intraprendere altre strade”.
“É necessario -spiega Elisabetta Coccia- che il ministero della Salute dia delle indicazioni chiare. Soluzioni che, pare, tardino ad arrivare nonostante la richiesta avanzata di istituire un tavolo tecnico di confronto. Quindi, se i centri sarebbero tecnicamente pronti ad effettuare questi tipi di interventi, non si potrebbe partire fin quando il ministero non darà indicazioni per chiarire il quadro di riferimento”. Così, tra la necessità di alcuni politici di seguire l’etica della “giusta procreazione”, si fanno lente e incerte le attese di centinaia di persone che sentono un unico e felice bisogno, quello di avere un bambino; una stasi che si scontra col diritto inalienabile alla genitorialità.