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domenica, 24 Settembre 2023

La faglia di S. Andrea: energia accumulata

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La faglia di Sant’Andrea è sottoposta da diverso tempo a regime di stretta sorveglianza per il timore del cosiddetto big one: ora però essa è controllata ancora di più per il fatto che in 4 segmenti della relativa struttura si è accumulata una quantità di energia abnorme, tale da poter scatenare violenti terremoti, attestabile più o meno a magnitudo 7.

La faglia di Sant'Andrea in California
La faglia di Sant’Andrea in California

Tuttavia come spesso è stato sottolineato negli ultimi anni, i terremoti sono fenomeni naturali di difficile previsione, pertanto non si può stabilire quando questa energia verrà catalizzata, provocando così l’ evento sismico. Tutto ciò lo si può leggere nel Bollettino della Società Sismologica Americana Bssa: nello specifico a studiare tale situazione sono stati i geofisici James Lienkaemper e Robert W. Simpson, afferenti al servizio della sorveglianza geologica degli Stati Uniti insieme con Forrest S. McFarland e S. John Caskey, strutturati invece nell’ Università di San Francisco. Fortunatamente non ci troviamo di fronte ad un allarme sismico imminente, ma certamente tale stato di allarme preventivo può far sì che si migliorino gli strumenti di monitoraggio, con ripercussioni positive per la sismologia in generale e per la sua capacità come scienza di rendersi utile nella prevenzione di calamità naturali di una certa portata.

In questa ricerca sono stati osservati con particolare attenzione i lentissimi movimenti delle faglie, le quali nelle vicinanze della superficie scorrono di pochi millesimi di metro l’anno, senza provocare terremoti. In altri casi questo caratteristico scorrimento non avviene, causando l’accumulo di energia potenzialmente pericolosa per l’incidenza dell’evento sismico. In ogni caso ad essere sottoposta ad un controllo costante è anche la nostra nazione, l’Italia, che come tutti ben sanno ha una struttura territoriale che ben si presta ai fenomeni sismici. Nella fattispecie ad essere monitorata con grande attenzione è la valle del Tevere, mediante il progetto Taboo, The Alto Tiberina Near Fault Observatory, afferente all’Ingv, una rete geofisica multidisciplinare che si attesta tra le migliori al mondo.

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