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Esteri, storico accordo tra le due Coree

Finalmente è avvenuto. Uno dei focolai più pericolosi al mondo, paragonabile a quello presente al conflitto arabo-palestinese ed a quello tra India, Pakistan e Bangladesh, sta per tramontare.

Stamane nella capitale della Corea Del Nord, il leader Kim Jong-un ha deciso di incontrare il proprio omonimo della Corea del Sud, Muun Jae-in e metter fine alle tensioni vigenti da oltre 50 anni.

La scissione delle due Coree, intrapresa dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, e culminata in una guerra estenuante, tra le due fazioni negli anni 1950-53, oggi ha visto per la prima volta mettere la parola fine.

Dopo la corsa agli armamenti nucleari promossa da Kim negli ultimi anni, i vari moniti della diplomazia internazionale per arrestare una crisi che sembrava inevitabile, ed infine, il meeting tra il presidente statunitense Trump con il leader nordcoreano Kim lo scorso luglio, a Singapore l’ipotesi si è definitivamente materializzata.

Trasmessa in diretta televisiva, i leaders delle due Coree, hanno stabilito di siglare degli accordi bilaterali atti alla denuclearizzazione e alla riduzione degli armamenti nucleari.

In tal modo è stata raggiunta la chiusura permanente delle sedi atte alla lavorazione dell’uranio, a Yongbyon, e la regolamentazione delle ispezioni in merito da parte dell’agenzia internazionale sul controllo del nucleare, oltre allo smantellamento delle basi per il lancio di missili balistici.

Inoltre, come annunciato dallo stesso Kim, questo processo, essendo bilaterale, porterà l’isola ad essere sgombra da qualsiasi pericolo atomico.

Intanto si prevede entro l’anno prossimo la visita presso Seul, capitale sudcoreana del leader Kim, mentre si vocifera anche una possibile candidatura per un’eventuale partecipazione alle Olimpiadi, candidato come paese ospitante in un futuro non molto lontano,  probabilmente per l’edizione del 2032.

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."