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Enrico Mattei, “Il visionario”

Enrico Mattei (Acqualagna 29 Aprile 1906 – Bascapè 27 Ottobre 1962) è una delle figure più controverse, chiacchierate e studiate della storia recente del nostro Stato.  Sicuramente il Paese che gli ha dato i natali non era più lo stesso Paese che ne ha visto la morte a seguito di un incidente aereo.  In quel lasso di tempo, circa 60 anni, il nostro Paese è passato dalle rovine di una guerra mondiale all’essere il Paese del  boom economico e  in parte è dovuto anche a personaggi come Enrico Mattei. La più grande intuizione di questo uomo, definito uno dei più potenti del dopoguerra, era immaginare un’Italia capace di rendersi autonoma nella produzione strategica di energia, vista da lui come un bene pubblico e sociale. Il suo obiettivo era garantire al nostro Paese le migliori condizioni per l’approvvigionamento di energia in termini di sicurezza, convenienza, e affidabilità.  Tutto questo porterà la politica a formulare la cosiddetta legge Mattei, che applica il concetto dello Stato come gestore di un Ente Nazionale di energia che diventa bene pubblico sociale. Nasce così l’E.N.I. (Ente Nazionale Idrocarburi), un Ente con personalità giuridica di diritto pubblico con lo scopo di promuovere e attuare iniziative di interesse Nazionale nei settori degli idrocarburi, dei vapori naturali, del nucleare e del minerario. Secondo l’idea di Mattei bisognava massimizzare la produzione nazionale di fonti energetiche e avviare progetti di esportazione anche verso Paesi molto distanti da noi.  A tal proposito  portò l’E.N.I. e SNAM (Società Nazionale Metanodotti  per la costruzione e l’esercizio dei metanodotti e la distribuzione e vendita del gas)  a negoziare concessioni petrolifere a danno delle imprese straniere che si spartivano il mercato mondiale del petrolio , all’epoca sotto l’oligopolio delle “Sette Sorelle”, e fare un accordo con l’Unione Sovietica per la fornitura di greggio attraverso Gazprom.
Il 4 Dicembre 1958 Mattei, dopo aver compreso prima di tutti il potenziale dei giacimenti in Russia, stipulò un  trattato di cooperazione con l’Unione Sovietica per la fornitura di 800 mila tonnellate di petrolio in cambio di 5 mila tonnellate di gomma sintetica prodotta dallo stabilimento ANIC  (Azienda Nazionale Idrogenazione  Combustibili) di Ravenna.  E qui un’altra delle sue intuizioni più geniali: barattare la tecnologia sviluppata dalle  industrie italiane in cambio di materia prima. Nel 1969, anni dopo la morte di Mattei,  venne stipulato il primo contratto di importazione di gas naturali dei giacimenti sovietici tramite gasdotto attraverso la frontiera italiana. Inoltre,  avendo compreso  l’importanza dell’approvvigionamento energetico per lo sviluppo economico Nazionale,  a partire dal 1957 Enrico Mattei aprì alla produzione di energia nucleare con la progettazione  e poi realizzazione della centrale nucleare di Borgo Sabotino in Provincia di Latina. Alla luce degli  avvenimenti degli ultimi anni, che hanno visto il problema dell’approvvigionamento energetico di primaria importanza, la visione di Mattei di poter raggiungere l’indipendenza energetica da parte del nostro Paese,  potrebbe essere definita profetica.  Un visionario con una visione si potrebbe definire quest’uomo che, nel bene e nel male, ha segnato gran parte della vita politica ed economica del nostro Paese e ancora oggi ci fa porre domande scomode sulla privatizzazione di talune compagini economiche.