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Emergenza Coronavirus: Armani chiude a Milano

Dalle 18 di oggi, 10 marzo, il Gruppo Armani ha disposto la chiusura provvisoria di negozi, ristoranti e hotel a Milano. “A fronte delle recenti evoluzioni dei contagi da Coronavirus in Lombardia – si legge nella nota – e in continuità con le misure preventive finora adottate per non esporre ad alcun rischio la salute di dipendenti e clienti, il Gruppo Armani comunica la chiusura temporanea dei propri negozi, ristoranti e hotel di Milano”.

Già durante la settimana della moda nel capoluogo lombardo, lo scorso 23 febbraio, il celebre stilista fu il primo a scegliere la formula della sfilata a porte chiuse, senza pubblico, donando inoltre 1 milione e 250mila euro agli ospedali e alla protezione civile.

In queste ore drammatiche per l’Italia e per il resto del mondo, durante le quali le nostre abitudini subiscono drastici (ma necessari) cambiamenti al fine di limitare il propagarsi del Coronavirus, ogni ambito della società si trova a dover fare i conti con questa crisi.

Uno dei settori più colpiti da questa situazione di emergenza è certamente quello della moda, da sempre pilastro fondamentale dell’economia italiana, dal momento che il mercato asiatico copre circa il 35% degli acquisti di abbigliamento e accessori. Le principali case di moda si sono viste costrette a cancellare gli eventi in programma: come Prada che ha disdetto la presentazione della collezione Cruise a Tokyo prevista per il 21 maggio, Gucci che ha rinviato la sfilata dell’attesissima nuova collezione a San Francisco.

L’Asia rappresenta il 30% delle vendite di LVMH, 38% di Richemont, 32% di Kering e 36% per Hermes. Capri Holdings (gruppo Versace, Michael Kors e Jimmy Choo) hanno dichiarato perdite per 100 milioni di dollari a causa del Coronavirus, Burberry ha dovuto chiudere 24 negozi (su 64) in Cina, a gennaio Shiseido ha registrato il 55% di vendite in meno.