L’emangiosarcoma è una neoplasia maligna che origina dall’endotelio dei vasi sanguigni. Il cane è la specie maggiormente colpita.
La localizzazione primaria del tumore è spesso la milza, tuttavia numerosi altri distretti dell’organismo possono essere coinvolti, anche come destinazione di metastasi in ragione dell’alto grado di invasività che caratterizza la patologia; tra questi fegato, cuore, polmoni, muscoli, prostata, vescica, cavità orale, cute e sottocute, sistema nervoso e tessuto osseo.
La sintomatologia è spesso vaga finchè un evento spontaneo o traumatico coinvolgente una massa tumorale, tipicamente a livello della milza, ne determini la rottura con conseguente emorragia che, nei casi più gravi, esita in un collasso cardiocircolatorio.
La diagnosi purtroppo è spesso tardiva e ad essa si giunge mediante esame ecografico che evidenzia le lesioni determinate dall’emangiosarcoma agli organi addominali. E’ consigliabile evitare l’esecuzione di esami bioptici e di agoaspirazione in sede di diagnostica ecografica in quanto attraverso il tragitto degli aghi è possibile favorire ulteriori metastasi; inoltre, spesso i parametri ematici dell’animale non sono compatibili con una coagulazione efficace.
La terapia d’elezione in caso di rottura di una massa addominale è chirurgica e consiste per lo più nella splenectomia, ossia nella rimozione della milza. La scelta dell’opzione chirurgica è ovviamente da effettuare compatibilmente con le condizioni generali dell’animale e la possibilità di individuare metastasi (si consiglia sempre una valutazione dell’atrio destro del cuore, statisticamente spesso coinvolto nella neoplasia quando questa si individua a livello della milza).
A supporto della chirurgia è possibile, secondo la stadiazione dell’emangiosarcoma, avviare una chemioterapia.
I tempi di sopravvivenza, tuttavia, variano dalle 10 alle 30 settimane, periodo relativamente breve ma non poi tanto se rapportato all’aspettativa di vita di un cane.