Stefano Bonaccini, candidato del centrosinistra, stravince contro Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra guidato dalla Lega. Tracollo elettorale per il partito di Salvini: sono oltre 8 i punti percentuali di distacco.
Matteo Salvini perde il referendum su se stesso. È il primo dato che emerge dalla tornata elettorale che ha coinvolto al voto le regioni di Emilia Romagna e Calabria. Una Caporetto per il leader della Lega che tanto si è speso in campagna elettorale per Lucia Borgonzoni.
Eppure non è bastato a conquistare quella che, a vario titolo, è stata definita una roccaforte della sinistra. L’Emilia Romagna, prima regione in Italia per export e per occupazione, conferma il proprio governatore e vota in massa per il Partito Democratico.
L’elettorato, stimolato dalla chiamata alle armi di Matteo Salvini, risponde con un’affluenza vicina al 68%. Non male di questi tempi. Decisamente un trionfo per il Partito Democratico che va oltre il 34% delle preferenze e si conferma come partito più votato. Dato ribaltato rispetto a quello delle ultime Europee dove 1/3 dei votanti alle urne appose segno sul simbolo della Lega.
Ha voluto il referendum il leader della Lega. Si, è messo in gioco in prima persona traslando il voto locale a nazionale. È andata male proprio come all’altro Matteo, quando personalizzò il referendum (stavolta vero) del 4 dicembre.
I numeri della sconfitta ed i festeggiamenti delle Sardine
Inutile dire che la debacle, per utilizzare un termine sportivo, si concretizza soprattutto nei numeri che, arrotondati per eccesso, fanno impressione. Il 52% dei voti va a Stefano Bonaccini mentre soltanto il 44% ha scelto la candidata del centrodestra, di cui le preferenze alla Lega sono state il 31%.
Testa a testa, a dire il vero, c’è stato ma non come indicavano le rosee previsioni sondaggistiche. Le analisi pre-voto, d’altronde, indicavano una lotta molto più serrata con la distanza di pochi punti. Manca l’impresa della Lega che, in verità, se la passa un po’ meglio in Calabria dove si scopre però assai debole.
Per il centrodestra è un plebiscito nella regione del Sud ma è Forza Italia a trainare la coalizione. Il partito di Silvio Berlusconi, ormai convalescente da tempo, scompare totalmente dall’Emilia Romagna ma trascina alla vittoria il centrodestra in Calabria. Jole Santelli ha ragione di Filippo Callipo, centrosinistra, arrivando a sfiorare il 55%.
Le Sardine, ringraziate anche da Zingaretti al termine della competizione, hanno giocato un ruolo fondamentale. Un contraltare efficace non solo per combattere la propaganda ma soprattutto per riportare la gente al voto. Il movimento ha alzato l’asticella, anche dell’attenzione. Se l’affluenza alle scorse elezioni regionali era stata, infatti, molto bassa stavolta si è andati vicini al 70% ed il merito è stato anche delle Sardine.
Scompare il Movimento 5 Stelle, soltanto il 5% nella regione del VaffaDay
Se per Matteo Salvini è stata una Caporetto, la sconfitta del Movimento 5 Stelle ha rappresentato una vera e propria Waterloo. Un disastro che cancella quasi dalla cartina elettorale i grillini. Il candidato si attesta intorno al 5% che in Calabria diventa 7,5%. Due dati davvero significativi in due regioni a trazione movimentista.
In Emilia Romagna, non troppi anni fa, nasceva il VaffaDay ed in Calabria alle elezioni nazionali fu plebiscito. Il Movimento 5 Stelle si è sgretolato. Esattamente come accaduto a Forza Italia in Emilia Romagna. Il Governo, che si regge sull’intesa tra Pd e M5s, potrebbe ora ritrovarsi senza una gamba. O quanto meno, abbastanza claudicante.