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Effetto alone: un’importante distorsione cognitiva

In psicologia, con effetto alone, intendiamo un bias cognitivo nel quale la percezione di un tratto è condizionata dalla percezione di uno o più tratti ulteriori dell’individuo o dell’oggetto in questione. Ad esempio, potremmo essere portati a ritenere intelligente, a prima vista, una persona particolarmente attraente.

Edward Lee Thorndike, fu il primo a parlare di “effetto alone” (Halo effect) e lo sostenne con una ricerca empirica.

Egli presentò tale fenomeno nel suo articolo del 1920 da al titolo “The Constant Error in Psychological Ratings”, ovvero “L’errore costante in valutazioni psicologiche”. In uno studio antecedente, effettuato nel 1915, egli rilevò un’alta correlazione tra tutti i tratti positivi e tutti i tratti negativi dei soldati. In questo studio del 1920, Thorndike cercò di replicare la precedente esperienza.

Prove a supporto dell’effetto alone

Il primo studio, condotto da Thorndike, su questo effetto risale al 1920. Allo studio, presero parte due ufficiali comandanti, a cui fu chiesto di valutare i loro soldati secondo alcuni aspetti, quali: pulizia, voce, fisico, condotta e energia, acume, capacità di leadership e qualità personali.

Lo scopo di Thorndike era di verificare in che modo la valutazione di una caratteristica avrebbe influenzato le altre.

L’esperimento mostrò un’eccessiva similitudine nelle risposte dei comandanti. A questo proposito, lo studioso dichiarò: “Le correlazioni erano troppo alte e troppo uguali. Ad esempio, per i tre valutatori in seguito hanno studiato che la correlazione media tra fisico e intelligenza è 0,31; tra fisico e leadership, 0,39; e tra carattere e fisico è 0,28”. I valori di una delle qualità speciali di un ufficiale tendono a influenzare i risultati.

Se un ufficiale ha avuto un particolare attributo “negativo” dato al comandante, sarebbe da correlare al resto dei risultati dati dagli altri soldati. La correlazione dell’effetto alone nell’esperimento è definita un “errore alone”. L’errore alone ha dimostrato che la valutazione degli ufficiali è basata sulla percezione generale di alcune caratteristiche che hanno determinato i risultati delle loro risposte.

L’attrattività, un punto centrale dell’effetto alone

l’attrattività di una persona è considerata un aspetto molto importante nell’effetto alone. Tale effetto rientra nella teoria implicita della personalità di Harold Kelley, secondo la quale i primi tratti percepiti in altri individui influenzano la nostra percezione ed interpretazione degli altri tratti, a causa delle nostre aspettative.

In genere, si pensa che individui avvenenti siano dotati di più competenze e di una personalità migliore rispetto ad una persona meno attraente.

Un evoluzione della teoria, l’effetto inverso

Infine, abbiamo uno sviluppo ulteriore della teoria, che prevede un “effetto alone inverso”. In questo fenomeno, individui, marche o oggetti ai quali viene associato un singolo tratto negativo, sono considerati negativi sotto svariati punti di vista, facendo in modo che la percezione negativa di un aspetto da parte una persona, possa condizionare la percezione di molte altre persone.